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Moda: i soci non si presentano e AltaRoma chiude

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Italo Calvino scriveva che “di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda”. Certo le domande e le risposte che la Capitale sta dando negli ultimi giorni non sono proprio quelle che i suoi cittadini si aspettano. E mentre soffiano venti di bufera sulle amministrazioni pubbliche – e non – AltaRoma chiude le finestre per ripararsi, sembrerebbe per sempre. L’azienda partecipata da Comune, Provincia, Regione e Camera di Commercio, che patrocina e segue la manifestazione AltaRomAltaModa, ha visto nel week end appena concluso rimandare l’assemblea dei soci per la terza volta e per la stessa ragione: l’assenza di alcuni (tra cui il Comune) e l’indecisione in merito al contributo annuale e sull’incarico da dare alla società per portare avanti le sfilate per il prossimo anno, a partire da gennaio. Immediata la comunicazione ufficiale da AltaRoma, a firma congiunta dalla Presidente, Silvia Venturini Fendi, e dal General Manager, Adriano Franchi: si chiude.

La polemica

altaromaÈ subito polemica. Alcuni piangono, e rimpiangono, i “tempi che furono”; altri cominciano già a pregustare il banchetto che verrà allestito sulla carcassa della società: le Cassandre la danno già per spacciata, si moltiplicano funeste profezie sull’immediato futuro della moda romana e sulla devastante immagine che ricadrebbe sulla Capitale; intanto cresce lo sgomento tra stilisti e addetti ai lavori. Ma la Storia insegna che gli aruspici hanno ingannato molti eroi. Ed è la stampa a rispondere pronta, divulgando il comunicato e facendo partire un solidale tam-tam che fa squillare telefoni, molti. Arrivano lettere di solidarietà e, fonti informate sui fatti, ci rivelano che alla Camera di Commercio di Roma si respira già un’aria più serena, e sembrerebbe che qualche spiraglio possa aprirsi nei prossimi giorni.

La scelta decisiva di Camera di Commercio e Comune

Camera di Commercio e Comune sono decisivi affinché si esca da questo stallo. Eppure durante la riunione che si è tenuta pochi giorni fa, con il presidente della C.C. Giancarlo Cremonesi, gli assessori capitolini al Bilancio, Silvia Scozzese, e alla Roma Produttiva, Marta Leonori, “hanno affrontato – spiega una nota del Campidoglio – il progetto di Roma Capitale di uscire dalle società partecipate (tra cui la stessa AltaRoma) che non rientrano nelle attività strategiche del Comune”. Che ci stiano ripensando? La notizia del rimpasto della giunta potrebbe portare a una nuova delega alla Moda e, di conseguenza, a una ripresa della questione? Resta, comunque, per tutti un mistero il motivo per il quale il sindaco Marino non abbia ancora voluto ricevere la Presidente Fendi. Se oggi a Roma giungono ospiti, giornalisti, marchi e maison di fama mondiale è grazie al lavoro svolto dal team di AltaRoma sotto la sua egida.

Il potere della moda

Che la Moda possa essere spesso confusa come una parentesi frivola e mondana è risaputo, ciò che non si considera, però, è la sua portata culturale, sociale ed economica. La moda è cultura, è lavoro ed è business. Sottolinea Franchi che questa scelta “determinerà la perdita di una delle principali opportunità di lavoro per professionalità, imprese e maestranze, coinvolte nell’indotto generato dalla manifestazione; non solo: la perdita di partnership utili alla internazionalizzazione delle case di moda”. Roma è pronta a perdere? Può permetterselo? E soprattutto, quanto inciderà sull’immagine della città? Queste le domande che auspichiamo non dover mai rivolgere, perché le risposte sono crudelmente note.

Samantha Catini

L'Autore

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