La miglior cosa del futuro è che arriva un giorno alla volta.

Abraham Lincoln

Mode ai tempi della Ddr

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41Qmd1i8vmL._SY300_A 25 anni dalla caduta del muro di Berlino, la celebrazione della fine del regime passa anche attraverso l’attenzione  verso aspetti non convenzionali. Chic e punk, happening, couturier e sfilate di moda. Era anche questa una delle facce di Berlino Est ai tempi della Germania divisa e della Ddr, dove, nonostante le restrizioni di regime, le donne ricercavano lo stile e gli artisti la loro espressione. Scritto un po’ di anni fa e tornato in voga nell’ultimo periodo, Chic im Osten, (lo chic a est ) di Ute Sheffler è un libro che dichiara come la moda di quel periodo era meglio della sua fama. Le donne leggevano riviste di moda e osservavano quello che succedeva a Parigi, Londra e Milano. C’erano le modelle ma non c’era il divismo e le donne che seguivano la moda riciclavano materiali, sapevano cucire e si votavano ad uno stile definito pratico, come segno di emancipazione. E se da un lato, le donne inseguivano un concetto universale di gusto e di ricerca dello stile, dall’altro la città e la moda viveva di tutto un movimento underground e più estremo.

Il documentario Ein Traum in Erdbeerfolie (Comrade Couture) di Marco Wilms descrive con dedizione Chic, Charmant und Dauerhaft  la maison non convenzionale della stilista Sabine von Oettingen a Berlino Est degli anni Ottanta, e di tutto il fermento culturale che ne gravitava intorno. Un mondo creativo e provocatorio che organizzava le sfilate nei soggiorni di privati cittadini o nelle chiese, tanto da non sfuggire al controllo della Stasi.  Era tanta la voglia di sottrarsi alle regole e privazioni del sistema e all’omologazione che ne scaturiva, e tanta la voglia di celebrare l’ arte, la letteratura, la libertà e anche se stessi.

 

 

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