La miglior cosa del futuro è che arriva un giorno alla volta.

Abraham Lincoln

Nuovi valori. Quando gli animali valgono più degli uomini.

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“Non posso, devo portare al parco Mario”. Così mi ha risposto la mia migliore amica, un giorno – era tra l’altro il giorno del mio compleanno- il cuore mi sanguinava e avevo bisogno di lei. Non succede quasi mai. Lo sottolineo, tanto per precisare che non sono una petulante. Certo, direte, i bambini vengono prima di tutti. Ma Mario non è un bambino.

La storia mia e di Giorgia e di un cane chiamato Mario 

Mario è un cane e i bambini, si sa, si possono affidare ad altri più facilmente: c’è sempre una nonna pronta, o una zia, una baby sitter.

Ma Mario, come dicevo, è un cane, un bel cane, un vecchio cane corso, al quale sono anch’io affezionata.Un cane  dagli occhi dolci e intelligenti. Che tiene la mia amica letteralmente in ostaggio: Mario non può andare nelle pensioni dei cani perché è malato e anziano. E non può essere affidato a un estraneo perché lo farebbe a pezzi. Penso comunque, in tutta sincerità, che, all’ occorrenza, il povero Mario venga utilizzato dalla mia amica come una povera cosa. Come una povera scusa. Povero Mario.

La mia amica, che si chiama Giorgia, vive per lui. O almeno così dice. Giorgia aveva incontrato un uomo bellissimo, pronto a tutto per lei. E lei ne era innamorata. Ma quando lui le ha chiesto di seguirlo in giro per il mondo, a scoprire e vedere tutto quello che ancora c’era da scoprire e da vedere, Giorgia non ha avuto  dubbi e ha scelto Mario. Forse aveva paura di vedere il mondo, oltre il parco dei cani. O forse nel frattempo aveva scoperto che non amava, come pur sosteneva, l’uomo bellissimo. Gli ha preferito il cane. Ma quel che è peggio, oggi, ha preferito il cane anche me, la sua migliore amica. E io non volevo, certo, portarla per mondi lontani.

Sbroccati gli altri? O io da analisi?

Giorgia è, in fatto di pet, mi dispiace dirlo, banale e penosa, come tanti altri che conosco. Gente che quando arriva a casa comincia a invocare i propri animali domestici usando tutte le sfumature della più ridicola tenerezza, dal grigio al rosso al viola, in un crescendo. Sono anche, sinceramente, persone serie, che io stimo e alle quali voglio anche bene. Ma persone che, sicuramente, hanno perso la testa. Sbroccati, direbbero a Roma. Professionisti stimati, madri, padri che hanno magari i figli che li stanno aspettando con grande ansia e …che  ci rimangono male, a sentirli, su per le scale, con la bocca che esplode …in  tutte quelle smarcerie, e  in tutte quelle feste che non sono per loro. Anima mia, amore mio, Bellissima Zoe. O Miù o Bubu, che comunque hanno la priorità assoluta. Re e regine. Su tutto. Orrore. E non solo. Provo anche una profonda acuta pena. T’amo pio bove. Ma perché? Raccontami amico, parla.

Vomito di cane sui piedi in autobus a Roma 

E guai,  al ristorante, o sul treno, o sull’autobus, ovunque, a ribellarsi alla meravigliosa e indiscutibile e irrinunciabile anche se spesso maleodorante presenza di questi amatissimi Fido. Gli altri umani ti linciano letteralmente. E’ capitato a Roma -io c’ero- a una vecchia signora sul bus 46. Uno yorkshire le ha vomitato sui piedi. Lei, poverina, si è spaventata. Le hanno dato letteralmente addosso. Io ero l’unica eccezione. Ho preso le sue difese. Vi giuro: tutte le simpatie e i mi piace Facebook e i demenziali emoticon, e i pollici su  simil rete erano per il cane. “Povero, sta male”.  Nessuna pietà per i piedi della signora ricoperti di liquido informe e decisamente disgustoso.

Il giuramento di Crudelia Demon  

Ma che sta succedendo? Spiegatemelo per favore. Io, Crudelia Demon, giuro che non indosserò mai più neppure uno straccio di ecopelliccia al collo se mi svelerete il mistero di questo diffuso non amore per gli uomini e insana, sì insana, passione per gli animali. Quanti articoli di giornali sono usciti per convicervi che l’orso bruno vale più della nonna? Quanta pubblicità è stata  fatta per tutta questa innaturale e gigantesca esplosione d’affetto per kitty e bubu? Di quale film è la colpa? O di quale diavoleria di marketing? Francamente non so trovare risposta. O meglio la risposta è: o siete tutti disperati, schiavi di animali, perché senza speranza di amore umano. O, cosa certamente più probabile, io, Crudelia Demon, devo arrendermi e mettermi in analisi.

Le ragioni per cui devo mettermi in analisi

1)Devo mettermi in analisi perché  mi indigno se un passeggino gemellare, la carrozzella di un handicappato, un barbone o uno zingaro provoca fastidio e un maialino portato al guinzaglio per via della Mercede, come è successo tre settimane fa a Roma, suscita invece simpatia e addirittura tenerezza. Che schifo!

2)Devo mettermi in analisi perché dopo aver subito due gravi operazioni e aver perso l’amore della mia vita, devo sciropparmi in tv, sui giornali, sui social network, dappertutto il tormentone degli orsi in via di estinzione. O della foca monaca, che non so manco come è fatta e quanto giovi all’ecosistema. In estinzione lo sono anch’io, proprio io, o no? Che dite?

3) Probabilmente, anzi sicuramente, devo mettermi in analisi  perché Mario, il cane della mia migliore amica, è più importante di me.

4) Sicuramente sono io che devo mettermi in analisi perché penso che, non avendo un cane, non ho avuto la fortuna di Giorgia di incontrare un uomo innamorato di me.

5)Sicuramente sono io che devo mettermi in analisi perché il sorriso di un bambino mi attrae e commuove ancora, o perché piango alla notizia che il barbone Benedetto, che pure mi era antipatico, è morto.

Il polo del lusso per gli animali. Shopping-mania per Bubu e Zoe. Collari di strass e cappottini di cashemire

6) Sì, sicuramente  devo mettermi io in analisi, perché sono passata davanti alla boutique per animali di super lusso che, dopo Montecarlo e Milano,  ha aperto i battenti proprio oggi, 13 settembre,  con una grande festa – preceduta da un battage pubblicitario molto speciale- in una delle vie più chic di Roma (naturalmente io non ero stata invitata  ma ci sono passata davanti reduce dal film “Le due vie del destino”), e a vedere i collarini con gli strass e a vedere i cappottini di cachemire e i guinzagli di pelle umana e il resto, ho vomitato. Con tutta l’anima, sul pink carpet, come lo chiamano quelli che fanno il meteo del trendy in questo mondo invivibile, dove ci ritroviamo sempre più smarriti, vittime inconsapevoli dei guru del nostro gusto e della nostra vita e delle nostre emozioni e del nostro denaro e dei nostri amori e non.

7) Devo mettermi in analisi perché non condivido le foto graziose e i filmini leziosi degli animali su Facebook che si conquistano sempre un vero e proprio boom di consensi e di emozionati commenti,

7) Si, sono io che devo mettermi in analisi, perché penso che non ci sia più proporzione, scala di valori, etica. E probabilmente ho torto.

Io amo gli animali più di voi

Non ci crederete, lo so. Ma io amo gli animali più di voi, ho avuto due gatti bellissimi, una cagnolina meravigliosa, canarini, pesciolini, criceti, persino un agnellino tutto mio, e un pulcino. Ma nel loro habitat, dove vivevano liberi e rispettati, in amicizia con gli uomini e con i bambini. (Una volta-PARENTESI-  ho commesso  l’errore, egoistico errore, di costringerli a condividere il mio mondo, ma vi ho rimediato).

Storia di Bruto, un cane brutto e del mio bambino

Ricordo un cane bruttissimo e bastardissimo, che si chiamava Bruto. Ne avevano tutti paura, era il terrore della campagna. Ricordo Bruto che giocava con mio figlio di un anno, e ricordo mio figlio, bello e felice. Erano insieme l’espressione della natura nella natura. Ma Bruto in città sarebbe stato una scusa, una povera cosa, costretto a un ingiusto supplizio. Supplizio anche per me. E soprattutto ora,  dopo che ho vomitato, non potrei assolutamente pensare a lui con un collarino di finti smeraldi e a mio figlio, prigioniero di Bruto.

Il bisogno di servi e la solitudine

Facciamo, vi prego, tutti, un passo indietro.

Certo non siamo noi uomini i signori del mondo, ma è sicuro che c’è qualcosa che non va se idolatriamo, come gli antichi egiziani, i nostri pet ( il cane, il gatto, la colombaia, gli inquilini dell’acquario) e non abbiamo rispetto per i nostri simili, di cui calpestiamo sentimenti e diritti.

Ebbene, ammettiamolo: siamo malati, malati di solitudine, complessati, bisognosi di servi che sbavano, letteralmente sbavano, per noi, e soprattutto obbediscono ai nostri ordini, ordini dati da servi che si credono liberi a servi che si credono liberi, comunque entrambi bisognosi di essere compiaciuti. Terribilmente triste, terribilmente drammatico. Terribilmenre osceno.

Impariamo a guardarci negli occhi, ad amarci, a essere liberi, a perseguire la libertà di tutti anche degli animali

Forse dovremmo imparare a riscoprire noi stessi, a ritrovare l’incanto nel sorriso di un bambino o nelle parole di un anziano. A dirci ti amo, senza problemi. Ad abbracciarci, ad accarezzarci. A non smarrirci, a volerci bene, a riscoprire di essere fratelli. A rimparare a guardarci negli occhi, ad aiutarci gli uni con gli altri. A recuperare quel rapporto sano con la natura, sano e non utilitaristico con gli animali – se sei una mucca o un pesce o un crauto o un broccolo ti mangio se sei un cane ti uso come analgesico. Un cane o un gatto non devono essere il riempitivo delle nostre vite vuote, lo strumento di rimozione della nostra disperazione. No. Dobbiamo tornare ad essere solidali, onesti tra noi, consapevoli che polvere siamo e polvere diventeremo. No. Non sono una moralista bacchettona. Né voglio dare lezioni. Sogno solo un mondo di uomini e animali liberi.

di Crudelia Demon

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1 commento

  1. Articolo che condivido in pieno. Credo che l’idolatria degli animali sia uno dei tanti cancri della società moderna che si affiancano ai mali più antichi, come l’idolatria del denaro. L’uomo cerca risposte alla sua solitudine in modi sempre più osceni. Se esiste un Dio, spero abbia pietà di noi.

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