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Lee Tamahori

IL PATRIARCA ARMENO A FQ: “PRESSIONI DELLA TURCHIA AFFINCHE’ IL PAPA NON PARLASSE DI GENOCIDIO”

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“Ho documenti che portano la firma di Giovanni Paolo II, dove lui parla di genocidio armeno. Papa Francesco non ha detto una cosa nuova, ma soprattutto non l’ha detta domenica scorsa per la prima volta da quando è Pontefice”. Sua Beatitudine Nerses Bedros XIX, Patriarca di Cilicia e Primate della Chiesa Cattolica Armena ci racconta in esclusiva del suo primo incontro con il neo eletto Papa Francesco, nel giugno del 2013, quando parlarono della questione armena e già decisero di organizzare una messa in San Pietro nel 2015 per ricordare il centenario del massacro subìto dagli armeni sotto l’Impero Ottomano. Le dure reazioni diplomatiche da parte della Turchia nei confronti del Vaticano, dopo la celebrazione di domenica scorsa, sono la conseguenza di polemiche che vengono da lontano, secondo il Patriarca, perché Ankara temeva e aveva diffidato il Pontefice dall’usare – o meglio, riusare –  la parola “genocidio” già da tempo.

Ci può raccontare del suo primo incontro con Papa Francesco?

Nerses fotoEbbi udienza dal Pontefice il 3 giugno del 2013 e portai con me una lettera, dove formulavo alcune richieste in vista del centenario del genocidio del 2015. Una di queste richieste era proprio celebrare la messa che si è svolta domenica scorsa in San Pietro. Non ho voluto che il Papa presiedesse soltanto una messa celebrata da me, ma che la celebrasse lui stesso in persona, perché il genocidio è una cosa che riguarda tutti gli armeni, non solo i cattolici ma anche i nostri fratelli della chiesa apostolica [i cosiddetti armeni ortodossi, ndr]. Questa decisione ha fatto sì che alla messa di domenica abbiano partecipato diplomatici e fedeli venuti da tutto il mondo e l’evento ha avuto un’enorme rilevanza.

E soprattutto questa messa ha suscitato le ire della Turchia, dopo che il Papa ha parlato di “primo genocidio del ‘900”…

Papa Francesco non è stato il primo ad usare questo termine, già Santo Giovanni Paolo II lo fece. Alcuni dicono che pronunciò questa parola, io non ne sono sicuro ma una cosa è certa: ho diversi documenti che portano la firma di Wojtyla dove viene riconosciuto lo sterminio armeno come un vero e proprio genocidio. Quindi Papa Francesco non ha fatto altro che proseguire sulla scia del suo predecessore. Ma soprattutto forse non tutti sanno che lo stesso Bergoglio, salito al soglio pontificio, aveva già pronunciato la parola genocidio e per questo la Turchia stava in allarme da un pezzo, temendo che in occasione della messa in San Pietro potesse riutilizzare questo termine e ha cercato di fare pressioni in tutti modi sul Santo Padre, senza però riuscire nel suo intento.

Ci spieghi meglio, quando allora Papa Francesco ha utilizzato per la prima volta la parola “genocidio” in riferimento agli armeni?

Proprio durante il mio primo incontro con Papa Francesco, nel giugno del 2013. Portai con me, in quell’occasione, un gruppo di fedeli della Chiesa Cattolica armena di Roma e tra questi c’era una signora armena originaria di Istanbul, figlia di sopravvissuti al genocidio del 1915. Il Papa, stringendole la mano, un po’ sottovoce, disse allora: “Il primo genocidio del ventesimo secolo”. Io l’ho sentito perché ero accanto a loro ma anche le telecamere e i microfoni presenti ripresero tutto. La Turchia il giorno dopo convocò subito il Nunzio Apostolico, Antonio Lucibello, per minacciare la rottura diplomatica con il Vaticano già allora. Negli ultimi due anni, sapendo che si avvicinava la ricorrenza del centenario, Ankara ha fatto moltissime pressioni perché il Papa non ripetesse più la parola genocidio in riferimento alla questione armena ma non ci sono riusciti. D’altronde la Chiesa deve dire la verità perché è il suo compito e non è che il Papa ha voluto fare un attacco mirato alla Turchia o denigrare la politica turca, anzi, ha parlato umilmente, facendo riferimento anche ad altri genocidi del XX secolo e ha citato non solo agli armeni ma anche altri popoli come i siriani e i caldei. La parola del Papa ha toccato non solo la Turchia ma tutti quei Paesi che rimangono in silenzio su queste stragi, perchè rimanendo zitti si diventa complici del male.

Erdogan ha detto che su queste questioni politici e religiosi non devono esprimersi, la verità la possono sancire solo gli storici. 

Gli storici hanno affrontato questo dibattito: sono stati pubblicati migliaia di libri sulla questione armena e abbiamo testimonianze dirette visto che gli ultimi sopravvissuti al genocidio sono morti giusto qualche anno fa. Quelle sono testimonianze oculari, anche mio padre era un sopravvissuto e mi raccontava quello che avevano passato. Non stiamo parlando di fatti di tre, quattro secoli fa. Erdogan continua a dire che gli armeni sono rimasti vittime della guerra, come è capitato ai turchi e a tutti i popoli in guerra ma questa non è la verità. Come anche c’è da ricordare che i massacri non iniziarono nel 1915 ma nel 1894. Nel 1915 ci fu però un piano di sterminio universale, volevano conservare solo un armeno, da esporre al museo come un cimelio. Anche quella volta, come oggi con le parole del Papa, non sono riusciti nel loro intento ringraziando Dio. E ci sono dieci milioni di armeni nel mondo.

Giulia Di Stefano

L'Autore

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