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Gianni Rodari

Perché la sinistra radicale trionfa in Grecia contro l’Europa

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Syriza è il primo partito in Grecia. Non solo, il risultato ottenuto garantisce la possibilità alla formazione guidata da Alexis Tsipras di avere la maggioranza assoluta in parlamento e quindi, di poter formare autonomamente un governo solido e duraturo.

Il messaggio greco

samaras-tsiprasIl messaggio che Atene ha mandato a tutta l’Europa è diretto e univoco. Oltre a Syriza, dichiara ispirazione radicale progressista, fra i primi 6 partiti per percentuali di voto, compaiono altre tre formazioni di sinistra: To Potami di Stavros Theodorakis, il Pasok di Evangelos Venizelos e Nikos Androulakis e il KKE di Dimitris Koutsumpas, che rappresentano tutto l’arco dei partiti di sinistra, i primi due, però, fortemente europeisti e pro “Troika”. Non di meno, fra i partiti antieuropeisti, il risultato di Alba Dorata è il sintomo del disagio di una nazione con oltre un milione di persone senza un lavoro e con un debito pubblico pari a circa 30 miliardi di euro. Il voto dei disoccupati è stata la cartina tornasole delle elezioni politiche 2015: il 45.8 percento ha votato per Syriza, mentre l’8.8 per Alba Dorata. In mezzo a loro solo Nea Demokratia con il 18.8 per cento delle preferenze.

Il fallimento dei socialisti

I numeri dei socialisti dell’ex primo ministro e attuale responsabile agli esteri del Paese ellenico sono drammatici, con un crollo che li ha portati ad avere circa il 4% dei voti totali. La loro colpa è stata quella di aver chinato il capo di fronte alle pressanti richieste di FMI, BCE e Unione Europea, tanto che il sito del quotidiano El Pais parla di affondamento stile Titanic per il partito socialista: «I sondaggi condannano il partito di Evangelios Venizelos all’irrilevanza» scrive l’inviato Luis Prados da Atene.

Con un risultato così importante da parte di Syriza, è comprensibile che le posizioni di Theodorakis e Venizelos possano ammorbidirsi – prima delle elezioni avevano dichiarato che non sarebbero scesi a patti con Tsipras e di voler rispettare gli accordi internazionali – a favore di un’ampia alleanza con l’ormai primo partito ellenico che li porterebbe ad avere quasi la maggioranza qualificata all’interno del parlamento greco, limitando di fatto il 27% di Nea Demokratia dell’ormai ex premier Samaras e, soprattutto, il risultato del movimento neonazista di Alba Dorata che, al momento, contende la terza posizione con To Potami e puntano i 16 seggi in parlamento.

Tsipras, una vittoria storica

Tsipras, al momento, parla di vittoria storica, così come il portavoce di Syriza Panos Skourletis, il quale vuole attendere i risultati finali,che potrebbero modificare l’aggettivo accanto alla parola “maggioranza”, che da relativa potrebbe diventare assoluta e permettere al movimento radicale di poter essere l’unico arbitro del futuro della Grecia.

Alessandro Di Liegro

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