Il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi,
molto prima che accada.

Rainer Maria Rilke

Più vicina la sconfitta del cancro

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La ricerca che permette di sconfiggere il cancro ha segnato un altro punto a favore.  Sulla rivista Nature sono stati recentemente pubblicati i risultati molto importanti e incoraggianti verso ulteriori sviluppi di una scoperta realizzata da un team dello Ior, Istituto Oncologico di Ricerca di Bellinzona, in Svizzera, guidato dal professor Andrea Alimonti.  Lo Ior è l’articolazione di Ricerca di Base dello Iosi, l’Istituto Oncologico della Svizzera Italiana, diretto dal professor Franco Cavalli.

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La ricerca

La ricerca ha focalizzato le ragioni per cui vi sono tumori chemio e radio resistenti; ovvero, le circostanze incomprensibili per cui, apparentemente essi sono debellati da un invecchiamento e morte indotta (l’apotposi, ovvero il suicidio della cellula malata) attraverso i ‘bombardamenti’ messi in atto dalle terapie, per poi rinascere ‘più forti di prima’. Il meccanismo d’immortalità dei tumori risiede nel fatto che un tipo di cellule (chiamate mieloidi), facenti parte del sistema immunitario dell’individuo colpito da cancro, impedisce che le terapie radio o chemio portino alla senescenza o all’apotposi le cellule malate. Esse, infatti, producono una proteina, (II-1-Ra) che impermeabilizza le cellule malate contro ogni tentativo terapeutico di metterle Ko. Mettendo a punto un farmaco ad hoc, tale da disinnescare le cellule mieloidi e la proteina-scudo e associandolo alla chemio ed alla radioterapia, si otterrà il risultato di renderle molto più efficaci e risolutive.  Fra le proiezioni di questa scoperta, vi è persino il raggiungimento del sogno che ha animato il genere umano nei secoli: l’elisir dell’eterna giovinezza, qualora, all’incontrario, si potenzi la proteina ‘fatale’ sulle cellule sane.

La Fondazione Steiner di Berna

Una scoperta davvero importante, che ha fatto meritare al team del professor Alimonti il premio che, ogni due anni, la Fondazione Steiner di Berna assegna agli Istituti di ricerca autori dei più rivoluzionari studi concernenti la lotta al cancro. Il Premio assomma a un milione di franchi svizzeri che, però, a differenza di quanto avviene per il Premio Nobel, non vanno agli studiosi, bensì a finanziare lo sviluppo delle ricerche.  Il prossimo 23 ottobre, a Berna, nell’aula magna dell’Università, vi sarà la cerimonia ufficiale del conferimento del Premio.

Annamaria Barbato Ricci

 

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