La gente ha sempre dichiarato di voler creare un futuro migliore.
Non è vero. Il futuro è un vuoto che non interessa nessuno.
L'unico motivo per cui la gente vuole essere padrona del futuro
è per cambiare il passato.

Milan Kundera

Quando la tua vita è arricchita da un cane

0

caneQuest’oggi, voglio raccontarvi di un’esperienza che ti cambia e arricchisce: l’arrivo del “miglior amico dell’uomo” nella propria vita. E lo faccio per celebrare la mia piccola bulldog o bouledogue francese, la nera Carmilla. Infine, per ricordare quanti obbrobriosi abbandoni avvengono proprio in questo periodo.

L’amore del cane

Rino Gaetano lo cantò in una canzone: “chi mi dice ti amo, escluso il cane”. Compagno fedele, essere puro che – potete starne certi – non vi tradirà mai. Lui sarà sempre, per sempre (un “sempre” corrispondente alla sua intera esistenza e, forse, anche dopo, sotto forma di “lare intangibile”). Tra l’uomo ed il cane esiste un’amicizia indissolubile, un patto di alleanza non scritto, un dare ed avere disinteressato, un rapporto tra specie diverse che non ha eguali nel mondo animale. Possiamo collocare a circa 15.000 anni fa il momento in cui alcuni lupi più mansueti hanno lasciato il branco e, modificando le loro abitudini aggressive, hanno cominciato a vivere assieme agli uomini. La conferma di questo stretto rapporto di affetto possiamo constatarlo nel rinvenimento di scheletri di cani accanto a quello dei padroni, molto prima che nelle sontuose dimore funerarie egiziane o nei tumuli etruschi, nelle più antiche grotte preistoriche o nei kurgan, dove venivano conservati i corpi dei popoli nomadi delle steppe.

Il cane nella letteratura

Il cane – per eccellenza – della storia della letteratura è Argo, presente nell’Odissea di Omero. Argo è il primo ed unico che riconosce il suo amico Ulisse nel momento in cui, travestito da mendicante, mette di nuovo piede, dopo vent’anni di assenza, nella sua patria natale Itaca e, ormai vecchio e stanco, come se per andarsene non avesse atteso ormai che quel momento, agita la coda, abbassa le orecchie e poi spira, contento di aver rivisto almeno una volta il suo Ulisse. Emblema della fedeltà per eccellenza, simbolo di un’intera esistenza vissuta nell’adorazione ed attesa del suo compagno umano. Un amore, un dono di sé totale, da cui avremmo molto di che imparare. Ma la lista dei “cani famosi” è lunghissima. Ad esempio la magnificenza animale di Zanna Bianca, lupo con un quarto di sangue di cane, nell’omonimo romanzo di Jack London, o anche Melampo in Pinocchio, il cane del contadino che furbescamente aveva stretto un accordo con le faine: quello di non abbaiare per avvertire il furto, a patto di ricevere una gallina come ricompensa. Un altro cane, reso però tristemente famoso, è Febo, di cui riporto proprio l’estratto che lo riguarda, contenuto nel celebre romanzo di Curzio Malaparte, La Pelle. Vero e proprio racconto di denuncia dell’ignobile e inutile pratica della vivisezione: “E Febo mi guardava con una meravigliosa dolcezza negli occhi. Io vidi Cristo in lui, vidi Cristo in lui crocifisso, vidi Cristo che mi guardava con gli occhi pieni di una dolcezza meravigliosa. ‘Febo’ dissi a voce bassa, curvandomi su di lui, accarezzandogli la fronte. Febo mi baciò la mano, e non emise un gemito.”.

Carmillacane

Lei è piccola, buffa; giocona, molesta e furbetta. Pare un pipistrello, una creatura della notte. Non a caso l’ho chiamata come la vampira dell’omonimo romanzo ottocentesco di Le Fanu, precedente addirittura al Dracula di Bram Stoker. Io non ho mai avuto prima d’ora un cane e ho deciso di provare questa meravigliosa esperienza, appunto una relazione esclusiva e totalizzante. Ancora devono essere scritte le pagine del nostro cammino comune ma, fidatevi, saranno eccezionali. Consiglio a tutti di provarlo, perché un cane è un dono: mezzo angelo e mezzo bambino. Beato chi ha la fortuna e il coraggio di viverseli, legami come questi!

Carla Cace

 

L'Autore

Lascia un commento