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Alan Kay

Rap. L’assedio Nato a Mosca

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di Anita Zeipi

Il vento gelido non ha smesso di soffiare sul fronte Ucraina Russia, anche se la levata di scudi della Nato sembra aver sortito i suo primi  effetti, almeno per ora. La tregua, sancita dal protocollo di Minsk, sembra reggere, anche se resta fragilissima e non pare destinata a dissolvere quel clima da guerra fredda che è tornato a incombere sul fronte orientale. L’Alleanza Atlantica ha serrato le proprie fila e ha fatto quadrato contro l’antico nemico. Proprio come un tempo. Mosca è stata praticamente messa in stato d’assedio. Il Rap, il Readness action plan con le cinquemila unità stanziate nei Paesi Baltici, in Romania e in Polonia, suona come una sfida alla potentissima Russia, che può chiudere i rifornimenti di gas all’Europa, alzarne il prezzo, ma soprattutto mettere in moto la sua potente macchina bellica e usare il suo immenso arsenale nucleare per mettere tutti a tacere. Ma per il Cremlino equivarrebbe e riconoscere ufficialmente la propria ingerenza nel conflitto ucraino. E per un po’ il precario equilibrio reggerà.

Se la tregua non reggerà, nuove sanzioni 

bandiera ueIntanto da lunedì, attraverso una procedura scritta, saranno formalizzate le nuove sanzioni  contro Mosca che scatteranno se Vladimir Putin non terrà fede all’impegno per il cessate il fuoco. Se la tregua verrà infranta la Ue risponderà intensificando la pressione economica sulla Russia: dal divieto di vendita dei beni a duplice uso, come macchinari o apparecchiature informatiche, utilizzati sia per scopi militari che civili, all’impossibilità per le aziende energetiche di proprietà statale di poter usufruire del denaro presente sui mercati finanziari europei, all’aggiunta di altri 24 nomi nella lista di coloro dei russi indesiderati in Europa i cui beni verranno congelati. Ora c’è solo da attendere.

 

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