Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

Riyad. La Borsa di Allah apre agli infedeli

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Grande svolta a Riyad. La Borsa Saudita, con il permesso di Dio come si legge nel comunicato ufficiale dell’Autorità di controllo del mercato, ha annunciato l’apertura agli investitori stranieri a partire dai primi mesi del 2015. Una decisione, attesa da tempo, e sempre rinviata nel timore di creare  volatilità al mercato, destinata ad avere fortissime ripercussioni su tutte le piazze finanziarie mondiali. La mossa, frutto di una lunga riflessione da parte della leadership del regno, ha avuto l’effetto immediato di far salire l’indice Tadawul  che ha registrato un’impennata del 3% a partire dai primi scambi di oggi. Ma soprattutto giunge all’indomani dell’annuncio del Fondo monetario internazionale che ha corretto in positivo i dati di crescita del paese, che aumenterà quest’anno del 4,6%.

Con una capitalizzazione di 530 mld di dollari, lo stock Exchange di Riyad si accinge a compiere un grande balzo in avanti. Tra breve infatti tutti i paletti cadranno e chiunque potrà acquistare titoli azionari senza più dover passare attraverso le banche locali e i broker, come previsto dalla prima riforma, quella varata nel 2008. Al momento, riferisce la testata saudita ArabNews, si stima che gli stranieri attivi sul mercato di Riyad siano non più del 5%.  “Questa è una mossa enorme per l’Arabia Saudita e per la regione”, ha detto Rami Sidani, responsabile in Medio Oriente del fondo europeo Schroders, che ha investito $ 250 milioni di dollari in Arabia Saudita, in modo indiretto.

“Sono convinto – ha riferito il top manager al giornale – che questa mossa attrarrà un enorme flusso di denaro” nel paese per un volume che potrebbe essere pari, secondo le stime degli analisti, a 50 miliardi. L’Autorità di controllo saudita ha annunciato la pubblicazione di una bozza contenente le linee guida della riforma entro il prossimo mese. Dopo di che cominceranno 90 giorni consultazioni. Il modello al quale guarda Riyad è quello adottato dalla Cina, da Taiwan e dagli altri stock market emergenti. La Borsa saudita si guadagnerà così anche l’ammissione tra i principali indici internazionali, cosa che finora le era stata preclusa.

 Velia Iacovino

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