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Alan Kay

Russia-Ucraina. In sei segreti, perché Putin vuole Mariupol’

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I soldati russi, i blindati russi, le armi russe “calpestano il suolo ucraino”, dice da Kiev il premier Arsenij Jacenjuk, e avanzano verso Mariupol’. La sfida di Putin è lanciata, e Kiev gli fa sapere che farà davvero di tutto per difendere quel porto.
Al momento sono riuniti a Milano i ministri degli Esteri europei. Intervenendo in quella sede il titolare del dicastero polacco, Radoslaw Sikorsky, ha confermato che anche secondo loro fonti, le forze russe si stanno “avvicinando a Mariupol”, e ha aggiunto che “la gente muore a migliaia”. A Bruxelles, mentre è in corso il vertice milanese, è stato convocato quello della Nato. 

Ma di cosa stanno parlando? La città di Mariupol’ vale davvero lo scoppio della guerra? Ci sono sei ragioni che fanno propendere per il sì.

MariupolMap1.Strategica
Mariupol’, in ucraino: Маріуполь, è una grande città-porto. E’ uno sbocco prestigioso, utilissimo sul Mar d’Azov, e quindi sul Mar Nero, quindi sul Mediterraneo. Consente di arrivare a San Pietroburgo in poche ore di Conta quasi mezzo milione di abitanti (477.000 all’ultimo censimento) ed è un punto di riferimento per i russi d’Ucraina, distante solo centoventi chilometri da Donec’k. E’ la decima città dell’Ucraina e con la sua conquista – a completamento di quella dell’intera regione – passerebbe sotto controllo russo un quinto della consistenza strategica ucraina, per uomini e risorse. E’ esattamente sulla stessa meridiana di Mosca, da cui dista 962 chilometri: una distanza che i nuovi treni superveloci percorrebbero in tempi interessanti, per un porto le cui merci arrivano con una giornata di navigazione a Taranto.

2.Economica
Ricca e da sempre motore di una più ampia regione, Mariupol’ ha un centro siderurgico, Azov Stal, situato alla foce del fiume Kalmius che si immette nel mar di Azov. E’ una delle prime acciaierie sorte nel contesto regionale ucraino prima ancora dello scoppio della Rivoluzione d’Ottobre, ed è attualmente tra le più importanti dell’Ucraina, dove sono impiegati circa 30000 lavoratori. La disoccupazione nel distretto cittadino è intorno al 2%, quindi sotto la soglia di disoccupazione fisiologica.

3.Storica
Mariupol’ non è una città come un’altra. Pur non antichissima, data la sua posizione nevralgica è sempre stata al centro di traffici e battaglie importanti. Non a caso ritenuta di enorme pregio dalle classi dirigenti russe sin dalla fine del Settecento, e poi durante il periodo socialista, è sempre stata preferita ad altre per la presenza di fabbriche e del porto insieme ad una importante stazione termale, destinazione di personalità di spicco della nomenklatura sovietica.

4.Evocativa
A Mariupol’ Hitler inviò una agguerrita divisione del suo esercito nell’ottobre del 1941, durante l’operazione Barbarossa, ma anche grazie al supporto della popolazione locale, indimita, nel 1943 i tedeschi vennero battuti e, come è noto, ricacciati. Affrontare lo straniero a Mariupol’, per i russi, è evocativo di una storia che siputin_crimea_getty__3_mboleggia l’orgoglio e il coraggio russo rispetto alle potenze straniere. Ed ecco perché Putin, reagendo con il tipico calcio della palla in tribuna, scalda i cuori dei suoi con questo paragone: “L’esercito ucraino? Sono come le truppe naziste che circondavano le nostre città”. 

5.Nostalgica
Mariupol’ non si è sempre chiamata così. Per anni, imperante Stalin, ha assunto il nome di Ždanov, in onore di Andrej Aleksandrovič Ždanov, figura di serie A del primo periodo staliniano, quando divenne “arbitro” della linea culturale del Partito Comunista dell’Unione Sovietica e Presidente del Praesidium del Soviet Supremo dell’URSS. Di lui, grande censore e decisore ultimo della Kultura sovietica, si dice che “mandava i poeti all’inferno”. Non a caso Stalin gli dedicò una città così promettente, dinamica e operosa, e non a caso per gli oligarchi sovietici recarsi a Ždanov era considerato un onore, perché luogo-simbolo del potere di Stalin sui ribelli, quali in senso lato erano considerati gli ucraini.

6.Personale
Qualcuno ricorda da dove viene Vladimir Putin? Dopo la lunga carriera nel Kgb è stato sindaco di San Pietroburgo. Quando vi nacque, allora si chiamava Leningrado, era il 1952 e il segretario del Partito Comunista di Leningrado era proprio Ždanov, uomo-simbolo della città di Mariupol’. L’ammirazione di Putin per Ždanov non è mai stata un mistero. Esplicitamente, in una delle prime interviste nel 2000, a un mese dalla sua prima elezione, Putin dichiarò di condividere – rievocando gli anni della prima censura sovietica degli scrittori russi, il “pallino” di Ždanov – la forte differenziazione tra autori russi innamorati del loro Paese e autori russi detrattori, dei quali si vanta di non aver mai letto i libri.

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