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Pietro Barilla

‘Stupa’ di ghiaccio per salvare l’Himalaya

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Che l’Himalaya, che in sanscrito significa ‘dimora delle nevi’, abbia necessità di acqua sembra quasi paradossale. Eppure anche la grande catena montuosa asiatica è stata colpita dal fenomeno del riscaldamento globale. Per reagire allora alla penuria idrica che stava mettendo in seria difficoltà una vasta area che si trova nella parte indiana della catena, è stata realizzata, e sarà pronta per metà marzo, nei pressi del villaggio di Phyang, la prima piramide di ghiaccio artificiale.

Iceberg artificiali contro il riscaldamento globale

ghiacciai fintiIl progetto in realtà è molto più ampio, prevedendo l’installazione di ben 80-90 ‘Stupa’, questo è il nome che gli è stato dato in ricordo di uno dei più importanti monumenti buddisti al mondo; bacini da collocare in diverse zone dell’Himalaya per creare una risorsa idrica in grado di irrigare circa 600 ettari di deserto. La speranza è infatti quella che nelle stagioni calde, che con il tempo sono diventate sempre più aride, il ghiacciaio artificiale sciogliendosi, possa trasformarsi in un’acqua preziosa per irrorare i terreni circostanti, comportando così anche una salvezza per le popolazioni che vi abitano.

Portare a termine questo progetto ha comportato l’impiego di ben 100 mila dollari, una cifra però che secondo l’ingegnere Sonam Wangchuck è comunque inferiore rispetto a quella che sarebbe stata necessaria intervenendo con soluzioni tradizionali.

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