Sogni, promesse volano... Ma poi cosa accadrà?

Gianni Rodari

Sulla spiaggia pugliese

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spiaggiaDifficilmente la Miccolis va al mare con qualcuno, vuoi che il casuale compagno non abbia voglia o lavori, vuoi che gli amici siano già in vacanza da qualche parte, vuoi che… Insomma, lei di solito ci va da sola. In realtà sarebbe contenta di avere una compagnia, perchè si annoia a nuotare e dormire sotto al sole, dormire e nuotare senza scambiare neanche una parola o senza buttarsi in acqua con nessuno. Un giorno le è capitato di andare al mare con sua madre. Miccolis sapeva che sulla spiaggia libera della costa pugliese (nella provincia di Bari) con le persone ammassate l’una sull’altra sarebbero iniziati i discorsi soprattutto di cucina, cibo e famiglia. Rassegnata, per divertirsi cominciava ad osservare tutte quei pugliesi venuti, come lei d’altronde, dai paesini dell’entroterra circostanti; neri neri, con la pelle lucida, e ben sviluppati in larghezza più che in altezza. Molti bambini avevano quelle “nenné” appese (i seni o pieghe) dietro la spalla che lei non può proprio vedere, ma le mamme del Sud sono così premurose che fanno mangiare dei gran pezzi di focaccia ai loro figli perché li trovano sciupati. In un certo senso le facevano tenerezza, perché pensava alla nonna che la ingozzava di cibi squisiti con litri di olio d’oliva, fritture e parmigiane, e creme fatte in casa o tuorli sbattuti la mattina “per farla crescere” (sempre in larghezza). Certo poi alle prelibatezze pugliesi non si può resistere; inoltre dal suo paese è cosi comodo fare tappa fissa al fornaio all’angolo prima di prendere la strada per il mare… C’è una fila!

Insomma, qui non si mangia la frutta tagliata a pezzettini come ha visto fare sulle spiagge del centro nord, qui si mangia la focaccia col sole che picchia a 40 gradi e gli asciugamani attorno alla vita per non far vedere quanto grossa sia la pancia. Lei comunque si vedeva pure abbastanza magra, ed anche piuttosto bianca, un faro di luce paragonata a loro, che quasi si imbarazzava, si capiva che forse non aveva vissuto abbastanza in Puglia. Ma insomma i pugliesi-baresi poi sono di compagnia, le signore con tre, quattro, cinque marmocchi si mettono a parlare, ridere e scherzare, forse anche troppo e Miccolis cercava di evitare il contatto, ma la madre no. Ed ecco che sfortuna voleva che accanto a loro prendesse posto una signora che pur essendo della zona si sforzava di parlare con cadenza del nord (e già il primo nervoso, perché tanto quella “o” aperta si sentiva comunque). Era bionda, palestrata e abbronzata sicuramente di lampada artificiale, e con quel botulino alle labbra ormai diventato la norma più che l’eccezione. E sfortuna ben più grave era che mia madre cominciasse a imbastire un discorso con tal signora la marchesa… Miccolis faceva finta di dormire e intanto sentiva che volavano a cuor leggero case, ville, palazzi (secondo lei la madre ne aveva inventati pure due di troppo che non esistevano) matrimoni con famiglie facoltose, nomi che riecheggiavano dai tempi dell’infanzia e che in Puglia tutti conoscono (sembrava di stare a quelle cene di industriali nel film ‘Il vedovo’ di Dino Risi).

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E poi la bionda aggiungeva viaggi in mari caraibici e due appartamenti comprati a Roma… Purtroppo Miccolis veniva interpellata in quel discorso “romano” (la madre non aveva esitato a dire dove viveva) e con voce silenziosa e mite diceva solamente che preferiva la zona di Monteverde vecchia o nuova a quella di San Lorenzo, decantata dalla signora perché a due passi dalla stazione e comoda da Fiumicino al ritorno dai suoi viaggi. E qui ecco che quella voce costruita e finta produceva delle parole a sproposito: “San Lorenzo sarà pure un quartiere popolare, sarà pure un quartiere di sinistra, ma meglio di Monteverde…”. Sentendo quel “di sinistra” Miccolis interrompeva la conversazione e volgeva lo sguardo fulminante sulla madre, la quale, capendo il suo nervosismo, si sbrigava a prendere stuoia e borsa e ad incamminarsi verso la macchina. Nervosissima voleva solo comprarsi un gelato, ma la risposta della madre “non ho soldi” la faceva urlare: “ma come, è il colmo! Volavano i palazzi, le case, volavano i nomi di persone importanti e manco i soldi per il gelato?”. E cosa ben peggiore la madre aggiungeva che era “una intollerante comunista proprio come suo padre”. Questo però in realtà riportava alla sua mente i litigi dei genitori, ricordava quegli screzi fra un comunista intollerante e una borbonica monarchica e rideva tanto e ringraziava di essere cresciuta in quella famiglia che le aveva fatto conoscere le varie sfaccettature della società. Poi sentirsi dire che aveva scelto la via del padre la rendeva ancora più contenta, perché aveva sempre pensato che fosse la via giusta anche se, deve dire, i Borboni del Sud li ha sempre amati, certo più dei borghesi arricchiti e che si sforzano di essere quello che non sono.

Stefania Miccolis

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