Ecco qual è il problema del futuro:
quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

Il terrorismo al di là dell’Oceano. Parola a un’italo/brasileira

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Gran parte del mondo vive ore difficili. Sangue spesso innocente, attacco alle libertà fondamentali, terrorismo, intolleranze religiose che spesso mascherano altri interessi, invadenza dell’islam e reazioni a volte irrazionali ma comprensibili nei confronti di quel mondo, esigenza di sicurezza, crescente immigrazione, paura, sono solo alcuni dei temi che occupano i pensieri dei cittadini europei, dei governi e anche dei capi religiosi. Ma come si osserva tutto questo dall’altra parte dell’Oceano, in America Latina, in Brasile? FUTURO QUOTIDIANO lo ha chiesto a Adriana Zanini dell’Icib, Istituto di Cultura italo/brasileira, brasiliana ma di origini italiane che conosce il Brasile ma ha anche vissuto in Europa.

Tutto il mondo occidentale e l’Europa in particolare vive un momento tragico a causa della ferocia dei fatti di Parigi.  Quale è la visione in, del mondo politico e dei cittadini brasiliani?

terrorismo parigiIl Brasile, nonostante abbia una comunità di cittadini europei molto numerosa, si trova ancora relativamente  distante emotivamente nei confronti di questi fatti perchè il terrorismo islamico è una realtà lontana per questo Paese. Potrei anche dire che il Brasile è un paese che non è mai stato coinvolto nella guerra nè toccato dal terrorismo, come invece l’Europa, e questo certamente ha un suo valore nei sentimenti dei cittadini.

Noi europei infatti sentiamo distante il Brasile da fatti che così profondamente sconvolgono il mondo occidentale e che comunque aprono scenari internazionali di massima importanza. E’, per noi, un effetto di una impostazione della politica brasiliana molto rivolta a se stessa e ai Paesi dell’America Latina. In questo senso, anche al di là dell’argomento di cui stiamo parlando, auspichiamo che il Brasile assuma un atteggiamento di maggiore apertura. I giornali brasiliani non danno mai grande spazio ai fatti d’oltre Oceano e anche in questo caso lo spazio è limitato. Secondo lei perché?

Perchè la realtà culturale del Brasile è caratterizzata da altre priorità, si tratta di un atteggiamento molto provinciale.

E’ un’altra faccia della medaglia, di quello che dicevamo prima. Devo aggiungere che anche l’Europa ha del Brasile scarsa conoscenza al di là di stereotipi noti. Quale è l’atteggiamento brasiliano nei confronti del mondo islamico?

brasileIl Brasile è un paese che accoglie tutte le religioni perchè è stato colonizzato da tante culture ed è condizionato dalla cultura europea e africana che si sono integrate  fino a raggiungere  una diversità religiosa caratterizzata dal sincretismo. La religione islamica in Brasile, si manifesta pacificamente e si tratta di una religione come le altre.

La multiculturalità e la conseguente diversità di religioni sono un dato acquisito dai brasiliani che pure tentano di dare valore alle loro tradizioni ma il paese è immenso. Il Brasile non è un solo paese da questo punto di vista, il Brasile è tutto e il contrario di tutto. Questo certamente ne fa un luogo assai tollerante ma cercare una unità di valori è errato. I brasiliani conoscono la paura?

In Brasile la convivenza con la paura è praticamente giornaliera  causata dalla violenza urbana che è diventato un grave problema socio-economico e socio-culturale in tutto il paese. Dagli anni novanta in poi, con la mancanza di pianificazione urbana e sociale, con il crescente traffico di stupefacenti,con l’assenza di strutture di formazione educativa sono cresciuti i fenomeni di violenza. La violenza ormai in questo territorio fa parte della vita delle persone come i vestiti che indossiamo.

Vero, la paura della violenza è diffusa in tutti gli strati sociali anche se, secondo la nostra visione, è anche un po’ esagerata. Io avverto che, di fondo, c’è un’altra paura: quella di aprirsi al mondo, di far parte di una comunità internazionale che va al di là dei confini, non solo geografici, del paese. Il brasiliano è tendenzialmente conservatore, orgoglioso del suo Paese e poco incline al confronto con mondi diversi.

Alessandro Battisti

L'Autore

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