Ecco qual è il problema del futuro:
quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

Tutto ciò che avreste dovuto sapere prima di avere figli

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figliTutte le mamme felici si somigliano, ma a dire il vero quelle incazzate lo sono alla stessa maniera. Contro il postino che suona sempre quando hai appena fatto addormentare il bambino; contro il cartone del cuore che finisce nel momento sbagliato; il trambusto di casa che neanche a Mumbai nell’ora di punta; i figli degli altri (che mangiano e dormono); contro i babbi perfettamente immobili come i ninnoli di un mobile antico e persino contro mamma Kate, la principessa perfetta moglie di William. E’ possibile che sia già in ottima forma a sole cinque ore dal parto?

Essere genitori comporta una regola non scritta: non dire mai ai non genitori che cosa significhi diventarlo. Avrebbe mai potuto, Sua altezza reale duchessa di Cambridge, confessare al mondo tutta la verità? Stare ore ed ore con le gambe per aria e la sensazione di avere coltelli ardenti conficcati all’altezza dei reni fa male a Roma come a Buckingham Palace. Come le imprecazioni in sala travaglio: anche se pronunciate in inglese, di regale hanno davvero ben poco. Io la chiamo grande cospirazione del silenzio. Ovvero tutto ciò che nessuno racconta, ma che forse sarebbe stato molto meglio sapere. Intendiamoci: trucco e parrucco sapienti sul visino sbattuto di Kate l’hanno subito resa in formissima. Ma quando metti alla luce un vitellino di ben oltre tre chili l’emozione è una sola: quella di un armadio con le ante aperte che ti esce dal corpo. Punto. Il parto fa male. E non certo come una qualsiasi colica così come ha ripetuto per mesi l’ostetrica del corso per parto. E pensare che c’avevo creduto.

Le tue parti intime diventeranno il set di un film dell’orrore? Dieci lezioni e nemmeno un accenno. A circa quattro settimane dalla data presunta la cosa più difficile sembrava fosse la valigia per l’ospedale. Le cose su cui concentrare ogni sforzo? In cima alla lista: il set di mutandine a rete usa e getta (almeno sei). Nessuna parola sul fatto che passata l’euforia iniziale il tuo compagno regredirà ad uno stadio talmente infantile che dal giorno alla notte ti ritroverai un altro figliolo; che il sesso sarà fuori questione (chi mai ha voglia di sesso quando è stanco e sa di rigurgito?); che se una relazione da’ segni di cedimento bisogna fare qualunque cosa per salvarla, ma non un bambino. Non un cenno dal ginecologo, non fiata l’ostetrica ed è omertosa persino tua madre. Al corso pre parto puntano tutto sulle canotte da mettere in borsa. La mancanza di sonno ti farà uscire fuori di testa. Qualcuno lo dice? Ci saranno dei giorni in cui il bambino non la smetterà mai di strillare. Ti sentirai alienata, stanca e naturalmente depressa. Succede anche alla più calma di tutte: tirare contro il muro qualsiasi oggetto che capiti a tiro.

Ti hanno mai detto – ad esempio – che sebbene adesso tu sia molto più veloce, concreta e assennata di un tempo a lavoro verrai considerata un po’ minus habens? Sarebbe utile, di grazia, sapere figli(oltre al numero di camice da notte) che le amiche non mamme non vorranno più frequentarti; che dovrai cestinare uno ad uno i gruopon acquistati perché manchera’ il tempo persino di guardarsi allo specchio (altro che dieci sedute di yoga kundalini e sushi ‘all you can eat’ a fine serata); che pur di far mangiare tuo figlio arriverai a fingerti un cane, talvolta una mucca o se ti va bene un cavallo. Silenzio assoluto. Sono tante le cose che non ti svelano. Ma tra tutte ce ne sono due a mio avviso una peggiore dell’altra. Che nessuno mi abbia mai detto che al centro di Roma ci sono così poche scuole che è bene iscrivere il bimbo all’asilo prima ancora che nasca, questo è davvero troppo. Doveva essere in cima ad ogni benedettissima lista. Prima ancora delle mutande a rete e degli snack da portare in borsetta per offrire al marito durante il travaglio. L’altra? Che nel momento in cui cominciavo a rimpossessarmi della mia vita mi sarebbe venuta la pazza voglia di fare un altro bambino.

Fiorella Corrado

L'Autore

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