Chi di voi ricorda la ‘Numero Uno’ di Zio Paperone, alzi la mano! Era la monetina che il Papero riccastro per antonomasia considerava il proprio portafortuna, attraverso il quale aveva cominciato la sua scalata alla posizione di moderno Creso. Una sorta di calamita dei soldi, tant’è che il suo concorrente nelle metaforiche classifiche di Forbes, Rockerduck tramava da sempre per sottrargli questo miracoloso centino. La storia, oggi, si ripete nella realtà. Anche stavolta si tratta dell’unità monetaria minima, un centesimo. Non di dollaro, però, bensì di euro. Ognuno di noi può diventare uno Zio Paperone in sedicesimo, se ha la beneaugurante fortuna di ritrovare un certo centesimo speciale.
Ricapitoliamo: sugli errori di stampa ci sono numismatici o filatelici che ci hanno guadagnato una fortuna. Pensate ai fortunati possessori del famoso ‘Gronchi Rosa’, francobollo emesso dalle Poste italiane il 3 aprile 1961, in occasione del viaggio in Sudamerica dell’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Un errore di confini del Perù fatto dal disegnatore fece sì che, prima che fossero ritirati i fogli di francobolli sbagliati, ci fosse chi riuscì ad avere uno o più esemplari del francobollo. C’è persino chi ne conserva una busta ‘viaggiata’, il massimo della libidine per un collezionista fortunato, giacché vale… come si suol dire: un Perù, ovvero intorno a varie decine di migliaia di euro. Ora esiste però anche il ‘Gronchi rosa’ numismatico. Si tratta di, come dicevamo, un centesimino che, per errore, invece dell’immagine del pugliese Castel del Monte, si ritrova quella destinata al valore dei 2 centesimi, ovvero la Mole Antonellaina di Torino. Vi dovesse capitare fra le mani, sappiate che pare che ne esistano circa 7.500 esemplari; l’anno scorso, in un’asta di Bolaffi, da un prezzo iniziale di 2.500 euro, a furia di offerte telefoniche, si dice che sia lievitato a 6.600 euro.
