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Alan Kay

Un’App metterà pace tra Israele e Palestina?

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“L’isolamento completo tra israeliani e palestinesi è il vero problema” spiega Anat Binur, co-fondatore del progetto Meet (Middle East Education Through Technology). “I palestinesi e gli israeliani possono vivere letteralmente a 5-10 minuti di distanza l’uno dall’altro non incontrarsi mai”. La ragazza spera di riunire queste comunità – oggi allontanate dalla guerra, aggravata dall’invasione di terra a Gaza – attraverso il programma triennale di questo progetto che si terrà presso l’Università Ebraica di Gerusalemme ed è progettata per portare insieme i giovani provenienti da ambienti palestinesi e israeliani. Insieme studieranno marketing, programmazione e pianificazione strategica, unendo a questo un approccio di comprensione reciproca linguistica e culturale per favorire la comunicazione e la comprensione.

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Uno strumento che è venuto fuori in questo programma è una mobile app chiamata Count Me In, nata come un modo per gli studenti che si sono laureati dal programma per tenersi in contatto. Ora si è trasformato in un sito di social networking più grande ed include israeliani e palestinesi, senza differenze.
Binur ha grandi speranze per l’impatto a lungo termine che questa organizzazione farà non solo per il lavoro dei partecipanti nella tecnologia, ma sulle prospettive globali del rapporto tra queste comunità. “Penso che l’obiettivo finale di MEET non sia l’accordo che sarà firmato dalle due parti. Ma il giorno dopo”, dice Anat Binur. La pace, in Medio Oriente, oggi passa anche attraverso un’App.

 Aldo Torchiaro

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