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Gianni Rodari

Venezuela, fine di un colosso petrolifero?

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Venezuela, fine di un colosso petrolifero? I dati registrati nell’ultimo decennio e che riguardano la produzione di una delle ricchezze maggiori del paese sudamericano sembrano parlare da soli. Siamo lontani dal raggiungere i 4,6 milioni di barili al giorno previsti entro il 2019. Alla fine del 2013 infatti  la soglia di produzione si è arrestata a 1,2 mb/g, ben al di sotto della più rosea previsione di 1,5. Dal 2000 l’inizio del cambiamento. Di chi è la colpa? Della cattiva gestione economica dell’allora presidente Hugo Chàvez, della crisi o di scelte azzardate? La decisione di licenziare nel 2003 oltre 18 mila dipendenti della Pdvsa, Petroleos de Venezuela (azienda petrolifera statale), per aver preso parte a uno sciopero contro la politicizzazione dell’azienda, sembra aver pesato sulla situazione in cui versa oggi il paese, segnando un terribile destino per il suo futuro.

Crollo Pdvsa segna le sorti di un intero paese

petrolioUna perdita così netta di personale specializzato ha rappresentato, come sottolinea l’ Economist, i un handicap per la gestione di un settore che invece vanta il più grande accumulo di idrocarburi al mondo, nella “cintura” dell’Orinoco. Una situazione che avrebbe definitivamente sancito le sorti sul futuro del greggio venezuelano.

Che fine hanno fatto i lavoratori venezuelani?

Intanto a beneficiare della preoccupante situazione venezuelana sono stati in molti, Canada e Colombia in testa. La maggior parte degli ex dipendenti della Pdvsa, ingegneri, tecnici e dirigenti, non è rimasta a lungo con le mani in mano. In tanti hanno deciso di emigrare, spingendosi in Messico, Golfo Persico, Stati Uniti, Kazakistan, Canada e Colombia. Paesi che hanno tratto vantaggio dalla loro presenza. Primo fra tutti  il Canada. Nel 2011 ad Alberta, dove dalle sabbie si estrae un bitume simile all’olio pesante prodotto dal paese sudamericano, sono arrivati  3860 venezuelani. Pedro Pereira, una volta dipendente della Petroleos de Venezuela, vi ha fondato riferisce l’Economist,  un gruppo di ricerca sulla lavorazione del greggio extra pesante, tutt’ora presso l’università di Calgary,

Le scelte del Venezuela segnano la svolta colombiana 

Un altro esempio eclatante è quello della Colombia, la cui economia petrolifera dall’arrivo dei vicini di casa ha subito un’impennata senza precedenti. Da una produzione infatti di 687 mila barili al giorno si è passati oggi a circa 1 milione di barili al giorno. Una rinascita dovuta soprattutto al lavoro e all’esperienza dei venezuelani, che ora sono ai vertici del comparto. In Colombia inoltre si guadagna di più. Lo stipendio medio annuale dei professionisti del settore qui è infatti di 100 mila dollari, il doppio di quello percepito in Venezuela.

Quale sarà il futuro del Venezuela?
pdvsa Così mentre gli altri crescono il Venezuela, che ha permesso loro di rifiorire,  non accenna a migliorare. L’azienda Pdvsa punta ad arrivare a una produzione di 4,6 milioni al giorno per il 2019 ma appare difficile che la meta possa essere raggiunta.

Sara Pizzei

 

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