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Yemen: Eryani assedio Houthi a Taiz è punizione collettiva

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Penalizza tutti i residenti del governatorato

Il ministro dell’Informazione yemenita, Muammar Al-Eryani, ha definito il continuo assedio di Taiz da parte degli Houthi una “punizione collettiva” per il popolo della provincia.

Sul suo account Twitter, ha chiesto una ferma posizione internazionale per costringere la milizia Houthi ad attuare gli obblighi previsti dall’accordo di armistizio e per revocare immediatamente l’assedio a Taiz, “incondizionatamente”.

Ha anche invitato la comunità internazionale, le Nazioni Unite, gli inviati delle Nazioni Unite e americani e le organizzazioni per i diritti umani a condannare l’assedio Houthi imposto a Taiz come un “crimine di guerra e un crimine contro l’umanità”.

Lunedì, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha invitato le parti yemenite ad intensificare i negoziati sotto gli auspici delle Nazioni Unite per concordare una tregua estesa che può essere tradotta in un cessate il fuoco permanente.

Il consiglio ha rinnovato il suo appello agli Houthi a “tornare ai negoziati e aprire immediatamente le strade principali di Taiz”.

È interessante notare che le Nazioni Unite avevano annunciato il 2 agosto scorso che le parti yemenite avevano concordato di prorogare l’armistizio per altri due mesi, alle stesse condizioni. L’inviato delle Nazioni Unite in Yemen, Hans Grundberg, ha affermato all’epoca che la tregua sarebbe stata prorogata per altri due mesi, dal 2 agosto al 2 ottobre 2022.

Questa estensione è arrivata dopo un precedente armistizio delle Nazioni Unite entrato in vigore lo scorso aprile (2022) su tutti i fronti combattenti in Yemen per un periodo di due mesi.I governatorati per migliorare la libertà di movimento delle persone all’interno dello Yemen e per facilitare l’ingresso di 18 navi che trasportavano carburante per i porti di Hodeidah nello Yemen occidentale entro due mesi, oltre a consentire due voli settimanali da e per l’aeroporto internazionale di Sanaa.

Nel frattempo, la milizia Houthi ha finora procrastinato l’apertura delle strade di Taiz e la revoca dell’assedio imposto alla città per più di 7 anni, oltre a pagare gli stipendi dei dipendenti statali dalle entrate delle tasse e delle dogane dei derivati ​​​​del petrolio.

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