Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

You Stink: nonostante i problemi politici e i rifiuti urbani il Libano non è una terra di solo transito

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LibanoLa crisi siriana è un fattore di forte instabilità per il Libano. Geograficamente, il Libano è un piccolo Paese in gran parte montagnoso del Medio Oriente, situato sul margine orientale del mare mediterraneo che ne costituisce il confine occidentale, confina poi a nord e ad est con la Siria e a sud con Israele. Lo Stato libanese nel 1943 è nato da un accordo non scritto tra i principali leader cristiani e musulmani, ed ancora oggi nel Paese si professano vari culti. E’ la Patria di numerosi gruppi religiosi tra cui cinque comunità musulmane e 11 comunità cristiane. I musulmani si dividono in sciiti nel sud, nella pianura della Bekaa e nella periferia a sud di Beirut; i sunniti a Beirut, Tripoli e Sidone. I maroniti vivono nella parte orientale di Beirut e nella regione del Libano. Questa divisione si riflette nel contrasto in politica tra due schieramenti opposti in merito all’atteggiamento da riservare al regime siriano: da una parte troviamo una coalizione composta dalle formazioni politiche sciite di Amal e Hezbollah e dal movimento Patriottico Libero del generale cristiano Michel Aoun, favorevoli al rafforzamento dei legami con la Siria e l’Iran; dall’altro la coalizione del 14 marzo formata dagli oppositori al regime siriano tra cui spicca la ” Corrente del Futuro “, movimento prevalentemente sunnita sostenuto dalle monarchie del Golfo, guidata dal figlio di Rafik Hariri, Saad (fonte: A. Brans – rivista geopolitica).

Il Libano nel giugno 2015 contava circa 6.5 milioni di abitanti, ma prima dell’inizio del conflitto Siriano ne contava circa 4.3 milioni. Il conflitto siriano dal 2011 ad oggi ha portato il Libano circa 2.2 milioni di rifugiati in fuga dalle violenze della guerra, circa il 30% in più della popolazione naturale di questo Paese ai quali si sono aggiunti 330.000 rifugiati palestinesi arrivati dal conflitto arabo-israeliano e 50.000 connazionali rientrati in Patria dalla guerra in Siria. L’elevato numero di rifugiati rende insufficienti i servizi igienici in un Paese caratterizzato da scarsità d’acqua. Il Libano non dispone di campi profughi per accogliere i migranti, questi sono radunati in accampamenti o prendono in affitto appartamenti o stanze dove vivono 10-15 persone tutte insieme! Questa forte ondata migratoria ha creato un clima di non sicurezza, di forte instabilità e di mancanza di igiene. Le strade sono sommerse dai rifiuti e città eleganti come Beirut, sono diventate le roccaforti dell’ immondizia. In tutto questo il governo tace. E’ dal 2013, data in cui sono state rimandate le elezioni, che non viene eletto un Presidente. Intanto la crisi siriana si stima sia costata al Libano 7.5 miliardi di dollari e l’arrivo in massa dei siriani ha anche determinato un incremento della forza lavoro del 50% dall’inizio della guerra, mentre il tasso di disoccupazione è raddoppiato riducendo le opportunità lavorative dei lavoratori libanesi.

Il popolo libanese, reduce da guerre recenti che ancora scottano sulla pelle dei cittadini, non ama la rivolta, ma nelle piazze invoca “ no al terrorismo del potere corrotto”. Il popolo libanese Libanononostante una guerra civile durata 15 anni, una doppia occupazione territoriale nonché un numero elevato di crisi politiche ha dimostrato una grande capacità di resistenza nel fronteggiare minacce alla sua integrità territoriale, ed ora marcia contro il governo dei rifiuti con lo slogan “ You Stink “. La crisi dei rifiuti è diventato il movimento contro la corruzione del governo e la paralisi del sistema politico “ noi non vogliamo ladri, ma uno Stato civile”. Il sistema politico libanese, caratterizzato da una divisione delle cariche ad ogni livello in base all’appartenenza religiosa, è negli ultimi tempi praticamente paralizzato dalla contrapposizione tra lo schieramento sciita, alleato della Siria e dell’Iran, e quello sunnita, vicino all’Arabia Saudita.” Vogliamo Votare “ è il grido dei dimostranti (R.it esteri). Ma l’unico modo per mantenere la sua natura pacifista, lasciando da parte i problemi religiosi e politici, è continuare con le rivendicazioni originarie: il sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti”. Nel Paese dei Cedri “ You Stink “ potrebbe costituire l’inizio di un percorso di cambiamento politico e sociale. You Think!?

Simona Agostini

L'Autore

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