Il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi,
molto prima che accada.

Rainer Maria Rilke

Il futuro del Brasile dopo il voto sull’impeachment della Rousseff

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dilmarousseffMentre in Italia è da poco passata la mezzanotte il Senato Federale brasiliano inizia a votare l’impeachment contro Dilma Rousseff. E’ scontato l’esito a favore dell’impeachment e la presidente avrà 180 giorni per lasciare il palazzo do Planalto. Le città brasiliane, da Rio a San Paolo, sono corse da manifestazioni in questo momento non così numerose come i giorni passati. I giorni passati sono vissuti tra le prime indiscrezioni sul nuovo governo che sarà guidato dall’attuale vice presidente Temer e gli ultimi sussulti governativi per resistere e non abbandonare la “luta”.

Dilma e il PT hanno insistito sul “golpe” che si sta recitando, un golpe politico, istituzionale ma sempre un golpe. La realtà è che la politica e la popolazione hanno ormai deciso: fora Dilma e fora o PT. Ora si apre una nuova strada e una diversa prospettiva. Il PT è, sarà, all’opposizione e dovrà darsi una nuova strategia pensando alle prossime elezione del 2018 forte di un consenso radicato per ora nel nordest del paese. Il governo che verrà dovrà governare e tirare fuori il Brasile dalla crisi che ha vissuto in questi due anni, e non sarà facile.

Dovrà per prima cosa cercare di risollevare l’economia brasiliana, sostenere i consumi, affrontare il problema di una riforma fiscale, politica e dare fiducia alla popolazione. Dovrà affrontare a muso duro la radicata corruzione che vive nelle viscere della società politica e civile del paese. Dovrà ridare fiducia ai mercati e alla comunità internazionale sulle prospettive del Brasile. Non sarà facile perché dovrà probabilmente ricorrere a politiche anche impopolari ma contemporaneamente guardare anche alle elezioni del 2018. L’ incognita è quali saranno gli sviluppi delle inchieste giudiziarie in corso che potrebbero colpire anche i rappresentanti del nuovo governo.

E’ evidente che fuori della porta c’è un populismo in aumento e pronto a colpire la politica in generale. Una perplessità è capire se il blocco sociale, che certamente si è costituito intorno alla ipotesi di impeachment, avrà spazi eccessivi facendo virare il paese verso politiche di destra. In sintesi, siamo a una nuova pagina nella vita del paese e tutto è possibile e fare previsioni è incauto. Per noi, osservatori europei, il Brasile dovrà mettere al primo punto dell’ordine del giorno la educazione e la sanità che sono di fatto appannaggio delle classi privilegiate e contemporaneamente liberare l’economia e le forze produttive che in questi due anni almeno hanno sofferto. Il Brasile può farlo.

Alessandro Battisti

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