Sogni, promesse volano... Ma poi cosa accadrà?

Gianni Rodari

La ricerca italiana per il guanto robotico per braccia e mani paralizzati

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hqdefaultMolto spesso, dopo un ictus (o di una lesione del midollo spinale o del plesso brachiale), permane un danno neurologico a carico degli arti superiori.

L’Istituto di Biorobotica della Scuona Superiore Sant’Anna di Pisa ha presentato in anteprima a Parma, nel corso della Fiera internazionale delle Tecnologie per l’innovazione (Mecspe) l’ultimo ritrovato per ridonare l’uso degli arti ai reduci da ictus: il prototipo di un guanto robotico che ridà mobilità alla mano dopo un danno neurologico.

Il progetto, denominato Way (Wearable interfaces for hAnd function recoverY), è frutto di una ricerca coordinata dall’Istituto pisano con il professor Nicola Vitiello, a cui partecipano un ventaglio di cinque Centri di ricerca stranieri: l’Università di Umea in Svezia, quella di Tubinga in Germania, l’Istituto Dalle Molle per lo studio sull’Intelligenza artificiale di Lugano, l’Istituto clinico di riabilitazione Guttmann di Barcellona e l’azienda islandese di protesi Ossur.

E’ stato messo a punto un eso-scheletro, contraddistinto dalla sigla HX, il quale permette al paziente di ritrovare la funzionalità degli arti superiori o delle mani, controllandone i movimenti attraverso una pulsantiera a pile e azionabili anche dalla carrozzella o, addirittura, movimentabili attraverso cuffie che captano segnali elettroencefalografici.

Si tratta di un incoraggiante progresso nel campo del miglioramento della qualità della vita quotidiana per chi ha subito quelle patologie che limitano l’uso di mani e braccia.

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