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Gianni Rodari

Bce, Art 18 e Mare nostrum: tutti sparsi in piazza

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Nel momento in cui, in Parlamento, l’opposizione o meglio le opposizioni a Matteo Renzi sui dossier più importanti nicchiano, c’è chi ha deciso che per farsi sentire l’unico modo è tornare in piazza. Indicativo, del resto, ciò che sta avvenendo sul “totem” dell’articolo 18: qui si è giunti al paradosso che l’azione di contrasto più evidente contro il governo sia stata quella della minoranza dello stesso partito del premier. Nulla di strano, del resto, se all’interno del maggior partito di centrodestra il dissidente Raffaele Fitto rischia l’espulsione per aver rimproverato, tra le altre cose, un’opposizione di Berlusconi troppo morbida a Renzi; mentre il Movimento 5 Stelle sembra aver trovato nel premier non tanto un avversario politico quanto un competitor sui temi cari alla demagogia grillino. A chi dissente insomma, in mancanza di collettori nel Palazzo, non resta che ritornare nel vecchio luogo della protesta per eccellenza: la piazza. Un assaggio di ciò è avvenuto ieri a Napoli con le dure contestazioni dei movimenti antagonisti che sono andate in scena contro la riunione della Bce. Una prova di forza di quell’arcipelago liquido che da anni si presenta con le sembianze di V per Vendetta, con il dizionario di Occupy Wall Street e che rappresenta un network sempre più globale ed esistenzialista e sempre meno un attore della contestazione delle cose di casa nostra. La novità di quest’anno, invece, è il ritorno dei partiti in piazza: tutto ottobre si preannuncia infatti un mese denso di appuntamenti che testimoniano come – nonostante il premier Renzi goda di un ampio consenso personale – le politiche del governo conoscono diversi soggetti che ne contestano le misure.

Sinistra “a pezzi” contro Renzi

Ciò che resta della sinistra politica non-renziana, ad esempio, già questo sabato a Roma farà sentire la sua voce. Ritorna in piazza Sel con lo slogan “Fate il lavoro, non fate la crisi”, ufficialmente “per una nuova politica economica in Italia e in Europa per dire basta ai fallimenti dell’austerity”. In realtà il parterre delle adesioni sembra la prova tecnica di ciò che potrebbe avvenire una volta che il Jobs Act – con tanto di devitalizzazione dell’articolo 18 – dovesse diventare legge. Sono previsti infatti gli interventi del segretario della Fiom Maurizio Landini, del dissidente Pd Pippo Civati, dell’europarlamentare di Tsipras Curzio Maltese, della segretaria della Fp Cigil Rossana Dettori segretaria, del segretario Flc Cgil Domenico Pantaleo, della direttrice del Manifesto Norma Rangeri, mentre concluderà la manifestazione un Nichi Vendola sempre più ai ferri corti col premier (brucia ancora l’abbandono dell’ex pupillo Gennaro Migliore che è entrato in orbita governativa). In piazza Santi Apostoli ci sarà tutto l’arcipelago che, dalla minoranza Pd fino al sindacalista con cui Renzi ha giocato di sponda, contesta come “di destra” le politiche sul lavoro (e non solo) del governo dell’ex rottamatore. E sono in molti a pensare che potrebbero essere alcuni fra questi gli animatori di quel partito di sinistra-sinistra sul modello Tsipras tanto agognato dalla rive gauche in diaspora.

grilloGrillo prova a conquistare il Circo Massimo

Si avvicina anche la data del 10 ottobre, quando il Movimento 5 Stelle occuperà (vedremo quanto) il Circo Massimo a Roma per la prima tre giorni pentastellata. Un evento, questo, che a differenza dei V-Day non si presenta come momento di aperta contestazione ma come un happening che intende avvicinare gli elettori alle proposte e ai volti del Movimento. La contestazione a Renzi, promettono, ci sarà ma non sembra essere al centro della sceneggiatura con la quale Grillo ha chiamato a raccolta un popolo disorientato dopo due anni dei 5 Stelle in Parlamento conditi da polemiche e divisioni. Tensioni evidenziate così dal sindaco di Parma Pizzarotti: “Abbiamo le persone, ma non le idee”. Dopo il problema della scarsa raccolta fondi per sostenere l’evento non è un caso poi, rispetto ai copiosi endorsement che fino qualche tempo fa arrivano alla causa grillina, che anche dal mondo dello spettacolo l’evento sia guardato con una certa freddezza. Ci sono state alcune defezioni eccellenti per il “concertone” previsto al Circo Massimo, come quella dell’ex supporter Caparezza che ha polemizzato apertamente con chi aveva messo in circolo la voce del suo coinvolgimento. Mentre la buona notizia è che la guest star sarà Edoardo Bennato, fino a poco tempo odiato dai militanti grillini per il brano – nemmeno tanto ermetico – “Addio al Grillo parlante”…

Lega e Fratelli d’Italia, staffetta di piazze?

Il 18 ottobre, invece, sarà la volta delle destre in piazza. A Milano al grido di “Stop invasione” toccherà a Matteo Salvini chiudere l’appuntamento con il quale la Lega Nord intende lanciare il “contro-compleanno” all’operazione Mare nostrum. L’evento, come spiegano gli osservatori, sarà importante anche per capire quale sia la forza d’attrazione di un Carroccio che con Salvini ha ampliato il perimetro dei suoi temi, tanto da assimilare gran parte delle battaglie della destra sociale. Una prova di forza, questa della Lega, rispetto alla quale arriva la risposta di chi, come Fratelli d’Italia, si sente naturale espressione di queste istanze. Il partito di Giorgia Meloni protesterà infatti lo stesso giorno per lo stesso tema ma all’estremo Sud, precisamente a Reggio Calabria. Una scelta indicativa che può essere interpretata come una mera “sfida” ma anche – a maggiore dopo le rilevazioni di Datamedia che danno Lega e Fdi rispettivamente all’8 e al 4%, ossia quasi assimilate alla somma di Forza Italia e Ncd – come una sorta di staffetta in vista di un’eventuale (da molti dirigenti auspicata) coalizione eurocritica.

cgilI sindacati? Marciano divisi

Di certo, almeno per il momento, è che marceranno divisi. Nemmeno l’articolo 18 è riuscito a ricompattare il fronte sindacale di quella che una volta era la triplice. Il 25 ottobre, nella storica piazza sindacale di San Giovanni a Roma, ci sarà solo la Cgil (ma ci sarà anche Landini della Fiom) a difendere ciò che resta in piedi dell’articolo 18. Indicative le parole di Susanna Camusso, segretario Cgil, che commentando la riunione con Cisl e Uil ha spiegato in “sindacalese” come “è stata una discussione più di valutazioni e proposte che di mobilitazioni”. Sul fronte della mobilitazione, ha ammesso, “ognuno ha deciso le sue forme e le manteniamo. Continueremo a discutere anche nell’attesa di capire cosa vuol fare il governo”. La frammentazione del fronte dei lavoratori (basti ricordare gli scioperi compatti durante l’ultimo governo Berlusconi) fa montare più di un dubbio sul fatto che le organizzazioni possano “colpire unite”. Sembra, più che altro, una vittoria tattica di Renzi, che sulle divisioni di quelli che dovrebbero essere alleati ha costruito parte della rete di sicurezza che gli ha permesso di governare.

Antonio Rapisarda

@rapisardant

 

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