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Milan Kundera

Licia Ronzulli a FQ: “Caro Renzi, le neomamme bocciano il tuo bonus”

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È rimasta impressa la sua immagine al Parlamento europeo con la sua bimba Vittoria, allora neonata, in braccio durante la seduta dei lavori. Licia Ronzulli, ai tempi europarlamentare e oggi deputata di Forza Italia, con quel gesto intendeva sottoporre all’attenzione il tema delle mancate norme in sede comunitaria e non a difesa e a sostegno della maternità. Per questo – alla notizia del bonus bebé annunciato da Matteo Renzi – Futuro Quotidiano ha chiesto proprio a lei un commento sulla misura annunciata dal premier in diretta televisiva.

Onorevole, come giudica il bonus bebé?

Utile ma miope. Gli 80 euro in questione non servono di certo a rilanciare la natalità in Italia.

Non sono un inizio?

Le misure da rilanciare devono essere diverse e strutturali: e invece ricorriamo a interventi tampone senza pensare a provvedimenti di ampio respiro come, ad esempio, l’aumento delle politiche sociali di aiuti alla famiglia. Occorre cambiare concetto culturale: in Nord Europa si parla di genitorialità più che la maternità.

licia ronzulli

Licia Ronzulli all’Europarlamento con la figlia

Ma il bonus bebé non era stata una misura proposta anche da Berlusconi?

È vero, anche il governo Berlusconi diede il bonus. Ma eravamo nel 2005, con un tasso di natalità diverso, con un tasso di disoccupazione diverso: non esisteva la crisi che viviamo oggi. In secondo luogo era dato tutto e subito perché la misura era pensata come si fa con una start up che deve partire.

Quali sono le reali intenzioni di Renzi allora?

È facile comprendere come questi 80 euro sono una mancia, se 75 euro al mese se ne vanno solo per i pannolini. E ciò può far pensare che Renzi è partito per la campagna elettorale. Perché una misura del genere non può essere la soluzione per una vera ed efficace politica di sostegno e di conciliazione lavoro-famiglia.

Che cosa non è stato fatto?

Penso al tema degli asili nido: oggi soltanto 10 bambini su 100 ne usufruiscono, e molti fra questi non vicino casa. Per i restanti o asili privati – con una media di 300-400 euro al mese – o le baby sitter. Pochissime persone, poi, possono usufruire dell’unico sistema di welfare rimasto: i nonni. Assieme a questo penso al problema delle visite pediatrico-specialistiche e una tassazione diversa da come è fatto il nucleo famigliare: mi chiedo dove è andato a finire nel Jobs Act il quoziente famigliare o quei mille asili in mille giorni…

Secondo lei?

Renzi agisce con degli spot. Non a caso il bonus lo ha annunciato all’interno di un format di tipo famigliare come quello di Barbara DUrso, in un orario dedicato alle famiglia: perché fa presa. Purtroppo per lui, però, basta fare un giro nei blog delle mamme per capire che questa mossa non sfonderà: tante scrivono “Riprenditi gli 80 euro basta che mi dai un asilo sotto casa”. Sono consapevolissime le mamme italiane. Renzi poteva chiedere un consiglio ad Agnese che gli avrebbe di certo evitato una proposta del genere.

Proviamo a dare qualche suo consiglio al premier. Magari l’ascolta.

Diritto alla famiglia di lungo termine. Una neomamma o una che una giovane donna che ancora non lo è perché ha accantonato il desiderio perché precaria, nell’assistere a uno spot come il bonus non saranno incentivate. Per dare risposte serie a queste donne occorrono proposte: misure per conciliare famiglia e lavoro e soprattutto occorre togliere l’arma di ricatto delle dimissioni in bianco promuovendo una legge più garantista nei confronti della donna che entra nel mondo del lavoro. Tutto ciò, ovviamente, richiede più tempo dei trenta secondi di spot preferiti da Renzi.

Danilo Patti

leggi anche: https://www.futuroquotidiano.com/renzi-gli-80-euro-caro-premier-non-carita-welfare/

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