Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

Il corpo e le sue zone erogene

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Zone erogene: Punto G e Punto L

Chi di noi non vorrebbe avere la possibilità di toccare determinati “tasti” del corpo del proprio partner e avere come effetto immediato la possibilità di intensificare i momenti di passione ed aumentare l’affinità sessuale della coppia? Non è il santo Gral o l’idea che esistano passioni che scoppiano all’improvviso, ma semplicemente è il risultato di un’approfondita conoscenza non solo di sé, dei propri desideri e del proprio corpo, ma anche di ciò che riguarda il partner. Ogni zona del corpo, maschile o femminile che sia, può essere sensibile a stimoli che accentuano il desiderio sessuale. Esistono infatti, in quanto alcuni punti, per una serie di caratteristiche fisiologiche, sono potenzialmente più sensibili di altre. Nello specifico si tratta di zone erogene, ossia parti del corpo che, se stimolate, accendono rapidamente il desiderio e l’eccitazione. A prescindere dal contatto diretto tra il corpo e gli organi genitali, ci sono anche delle zone erogene da scoprire insieme al proprio partner con l’esperienza ed il tempo per andare così a costruire la nostra personale “mappa erogena”. Le zone erogene più comuni sono i capezzoli, l’ombelico, la zona dietro l’orecchio, anche se ognuno di noi possiede una “cartina” propria: il collo, la schiena, il retro delle ginocchia sono tutti punti potenzialmente erogeni se opportunamente stimolati.

I più famosi sono il punto “G” nella donna e il meno conosciuto punto “L” nell’uomo. Per quanto riguarda il primo fiumi di inchiostro sono stati dedicati a questa piccola struttura scoperta nel 1950 dal ginecologo tedesco, Ernstcorpo Gräfenberg: un’area della parte anteriore della vagina, che, opportunamente stimolata, sarebbe responsabile degli orgasmi vaginali. L’argomento è spesso al centro dell’attenzione: alcuni la ritengono una sorta di punto miracoloso o pulsante magico capace di provocare un orgasmo vaginale a qualsiasi donna, altri ricercatori sembrano addirittura essere riusciti nell’impresa di fotografare tale zona tramite l’ecografia trans vaginale e, dall’analisi della struttura tessutale, affermare che sia composta da una sorta di corpi cavernosi che se stimolati provocano piacere, altri ancora continuano a negarne l’esistenza, descrivendola come frutto della percezione soggettiva della donna. Infine per altri, il punto G esista, ma solo nel 40-50% delle donne. Di scientifico non si sa ancora nulla di accertato. Il dubbio resta e se ci dovessimo affidare alla specifica soggettività del campione femminile, un dato di fatto è che molte donne riescono a riconoscere ed identificare una piccola area all’interno della vagina che, se stimolata, le porta ad avere un profondo orgasmo.

Non solo il corpo della donna è un territorio ancora sconosciuto, dopo il famoso punto G, anche nell’uomo sembrano esserci punti ancora inesplorati; è stata Xaviera Hollander a scrivere un singolare testo che “sdoganava” come punto erotico la stimolazione anale dell’uomo. In particolare, si ritiene che la prostata sarebbe la sede del cosiddetto punto L, di cui si parla ancora poco, così chiamato dal cognome della sessuologa che lo ha identificato, Elisabetta Leslie Leonelli. E’ stato, inoltre osservato che il punto L maschile e il punto G femminile abbiano elementi in comune, poiché costituiti da un analogo tessuto embrionale e sarebbero entrambi altamente erotici. Per il maschio la stimolazione della prostata è un’opportunità per scoprire una forma di orgasmo completamente diverso da quello normale, simile a quello femminile. Tuttavia per quanti non sembrano gradirlo, c’è chi vorrebbe sperimentarsi, ma non osa chiedere, molto probabilmente perché questo lato, per l’uomo, è associato a tabù, a sensi di colpa o al timore dell’omosessualità. Di conseguenza quindi, non solo la stimolazione di queste zone, ma di tutti i punti che provocano piacere, desiderio nel nostro partner dovrebbero essere gli elementi che giorno per giorno o notte per notte alimentiamo per la costruzione di una sempre nuova e eccitante sessualità. L’elemento da non dimenticare è che la principale zona erogena è il cervello: il luogo delle fantasie, delle immagini e dei desideri capaci di rendere tutto il nostro corpo “zona erogena”. Il coinvolgimento e il piacere sessuale, maschile o femminile che sia, investe quindi sempre il cervello che può inibire o incentivare la scoperta e la sperimentazione del piacere: una questione di alchimia sessuale, certo, ma soprattutto di chimica cerebrale.

Valentina De Maio

L'Autore

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