Ecco qual è il problema del futuro:
quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

Dopo il gelo in Costa Azzurra, il re saudita se ne va in vacanza a Tangeri…

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tangeriVacanze a Tangeri per re Salman. Il potente sovrano dell’Arabia Saudita è arrivato alle colonne d’Ercole, il luogo che segna simbolicamente i confini del vecchio mondo, in fuga dalla Costa Azzurra. A Vallauris, dove possiede il leggendario castello de l’Horizon, il vecchio monarca e la sua corte sono stati boicottati in ogni modo da un gruppo di residenti, seccati dalla ingombrante presenza reale, che aveva indotto  le autorità municipali a chiudere al pubblico, per ragioni di sicurezza, la frequentatissima spiaggia della Mirandola. Un provvedimento, che ha subito suscitato forti polemiche, e spinto il re a modificare i suoi programmi per l’estate, anche se la versione ufficiale di Riad è un’altra e cioè che Salman aveva già pianificato il trasferimento in Marocco. Comunque siano andate le cose, la presenza informale nel regno malakita del massimo leader del wahhabismo islamico, secondo molti osservatori, più che a desiderio di mondanità e a bisogno di una pausa estiva, sarebbe legata a ragioni diplomatiche.

A Tangeri l’ottantenne sovrano possiede una residenza magnifica e inaccessibile che si affaccia su  uno dei luoghi più suggestivi del pianeta. Domina infatti proprio quel punto nel quale Mediterraneo e Atlantico si incrociano mischiando eternamente le acque del mondo. Da questa  postazione privilegiata e fortemente simbolica l’anziano sovrano può continuare senza formalità e lontano da occhi indiscreti a tessere la sua tela politica e a portare avanti il suo piano di riconquista della perduta leadership, non solo religiosa, in seno alla grande comunità musulmana. Salman mira a mantenere rapporti di affari, ma senza ingerenze, con le grandi potenze occidentali, e a proporsi come punto di riferimento nell’immensa regione araba. L’Arabia Saudita che è la custode dell’ islam sunnita più rigoroso e dei suoi luoghi sacri è consapevole dello straordinario potere di cui dispone e che è in grado di esercitare nei confronti di quello stesso target di fedeli musulmani, o potenziali tali, che, delusi dalla decadenza dei valori islamici, guardano all’Isis, identificando la jihad in una delle tante possibilità di riscatto. E sa di poter contare su Mohammed VI, anche lui paladino e, per definizione, difensore dei credenti, come sponda sicura nella delicata partita religiosa che si sta giocando in Medio Oriente e Nord Africa, diventata ancor più complessa con lo sdoganamento di Teheran da parte degli Stati Uniti.

Una santa alleanza, che, comunque, deve sempre fare i conti di volta in volta con i difficili equilibri e le relazioni con i partner occidentali. Alla luce di tutto ciò la vacanza a Tangeri del re saudita tangeripotrebbe rivelarsi determinante. Il modo stesso in cui Salman è stato accolto al suo arrivo dalla Francia è un chiaro segnale della volontà politica di entrambi i paesi di rinsaldare i loro rapporti. Il sovrano di Riad ha trovato datteri e latte in grande abbondanza all’aeroporto Ibn Battouta ma soprattutto un primo ministro particolarmente zelante nel tributargli il benvenuto nel paese. Non ha mancato infatti di sollevare polemiche il modo in cui ministro Abedilah Benkirane ha affettuosamente abbracciato Salman. Una prova evidente della sempre più forte consonanza e condivisione di vedute tra le due nazioni islamiche, le cui ambizioni sono quelle di affermarsi entrambe come potenze regionali chiave, l’una in Medio Oriente, l’altra in Nord Africa. Un asse fortissimo quella che sta nascendo che potrebbe rivelarsi una potente assicurazione contro il diffondersi del jihadismo radicale.

Velia Iacovino

 

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