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Gianni Rodari

Embargo al Qatar. Tra le ricadute l’emergenza elio

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Sta per scattare l’emergenza elio, il gas usato per le risonanze magnetiche, per le bombolette dei sub, per i palloni sonda metereologici, ma anche come diluente dell’ossigeno in respiratori, come gas per saldature ad arco, come stabilizzatore di miscele esplosive in applicazioni missilistiche e spaziali, come conduttore termico ed elettrico, come agente criogeno per ottenere temperature vicine allo zero assoluto. Questo prezioso elemento chimico, impotantissimo per le più alte realizzazioni tecnologiche che porta il nome del sole e che nella tavola periodica ha come simbolo He e come numero atomico 2, incolore, inodore e in sapore, presto sarà introvabile sul mercato e il suo prezzo, che si era già quadruplicato negli ultimi anni, salirà alle stelle . Motivo? Il il blocco totale delle merci imposto da Arabia Saudita, Bahrein, Emirati ed Egitto al Qatar, tra i massimi produttori di questo nobilissimo e importantissimo gas, che se abbonda in tutto l’universo, scarseggia sull terra. La sua distribuzione in Asia ed Occidente è ferma da un mese, dall’inizio cioè dell’embargo deciso dai quattro paesi arabi contro Doha, che ha sempre utilizzato le strutture specializzate dei porti sauditi per il trasporto dell’elio e che per il momento non dispone di opzioni alternative. Questo gas, davvero prezioso, è presente in grande abbondanza nel sottosuolo degli Stati Uniti, tra Texas, Oklahoma e Kansas, in Algeria e Russia, tutti paesi che però non dispongono al momento delle infrastrutture necessarie per una sua ottimale estrazione e distribuzione.

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