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molto prima che accada.

Rainer Maria Rilke

Cameron ottiene la maggioranza assoluta, mazzata per il labour

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bipolarismoNon solo le previsioni. Anche gli exit poll non hanno funzionato in Gran Bretagna. Il testa a testa di cui parlavano i sondaggi tra Conservatori e Sinistra non c’è stato. David Cameron ce l’ha fatta. All’inizio non sembrava che ce l’avesse fatta alla grande. Invece ha ottenuto la maggioranza assoluta, scongiurando il rischio di un  altro governo di transizione per Londra. Tornerà dunque al numero 10 di Downing street e ha già annunciato che manterrà fede al programma e che farà il referendum sull’Europa. I Tories alla fine sono riusciti a conquistarsi 331 seggi sui 650 totali. Le elezioni di ieri sono state una mazzata per i laburisti, che hanno preso solo 232 seggi. Sconfitti anche gli euroscettici dell’Ukip, che sono riusciti a mandare a Westminister un solo parlamentare. Male anche per i Lib Dems, che alla Camera dei Comuni hanno piazzato appena otto deputati contro i 55 del 2010.Benissimo è andata per il Partito nazionalista scozzese, con 56 seggi su 59. E mentre Cameron si recava dalla Regina Elisabetta per confermare il suo mandato, per i tre segretari delle tre formazioni uscite sconfitte dal voto si profilavano le dimissioni.

Si è dimesso Nigel Farage, il leader del movimento anti-europeista Ukip, dopo essere stato battuto nel suo stesso seggio a South Thanet. Lo aveva promesso e lo ha fatto. Farage deve assimilare la sconfitta e ha fatto sapere che si riserva di decidere dopo l’estate il modo in cui riorganizzare il partito e se riprenderne o meno la guida. All’Ukip non ha giovato il sistema uninominale secco. Il partito ha preso il 12% ed è arrivato secondo in 90 collegi, ma ha preso un solo seggio. Si è dimesso anche il leader liberaldemocratico Nick Clegg, che dopo otto anni, lascia la leadership di quella che è stata fino a ieri la terza formazione politica più importante della Gran Bretagna.

Ma il più grande sconfitto è il laburista Ed Miliband. Anche lui ha lasciato la guida del partito, che esce a pezzi da queste urne. Toccherà ora alla sua vice Harriet Harman rimetterne a pezzi i cocci fino a nuove primarie. Un brutto segnale per tutta la sinistra europea.

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