Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

Gli shop h24 teneteveli pure, io preferisco il mio vecchio negozietto di periferia

0

h24Che belli i negozi aperti h24, ho sempre pensato. Vuoi mettere la libertà di poter andare quando vuoi a fare la spesa. Oppure a prenderti quel paio di pantaloni che non sei mai riuscito a trovare il tempo di andare a prendere? In fondo poi i negozi aperti danno anche un senso di sicurezza e di notte ci si sente meno soli a sapere che dietro il bancone c’è qualcuno disposto a stare sveglio insieme a te. Poi la notte ha il suo fascino e fare shopping sonnambulo potrebbe anche rivelarsi divertente e stimolante. Ci scappa anche uno spuntino, quindi tanto meglio. Il massimo sarebbe sapere che tutte le vie del centro la notte sono illuminate a giorno con proposte commerciali a solleticare l’appetito a stare svegli dei più resistenti all’abbraccio di Morfeo. Alla fin fine, ho sempre pensato, potremmo essere una specie di community di amici che, passata la mezzanotte, si aggira tra scaffali dei supermercati, offerte dei negozi e tentazioni delle gallerie commerciali di qualche outlet aderente alla formula by night. Un gruppo di irriducibili che si ritrova per quelle strane affinità elettive che ci portano a vivere meglio di notte che di giorno. Amanti della deregulation che sacrifica orari e onorari, sapori e sipari, abitudini e divani. Tutti entusiasticamente pronti alla rivoluzione h24.

Attenti a ciò che desiderate, perché i vostri desideri potrebbero diventare realtà. Ed eccoci qua, perché il commercio corre veloce e sente tutto. Sono le 2.34 di un martedì notte italiano ed io sono qui a rufolare tra le fila di un ipermercato di periferia alla ricerca di non so bene cosa. Da poco i responsabili commerciali di alcune di queste catene di ipermercati che dominano nelle nostre periferie hanno varato la formula night and day. Ed io non ho saputo resistere. Ho appena preso un aperitivo, ma data l’ora il mio apparato digerente sembra averlo accolto con una qualche riluttanza. Ho una lista di alcune cose che mi potrebbero fare comodo in casa. Devo anche prendere una camicia, visto che una di quelle mie migliori ha tutti i polsini lisi. Più o meno ci saranno altre dieci persone con me qui dentro. Quando incrociamo lo sguardo cerchiamo di curiosarci dentro per cercare di capire cosa ci accomuna e soprattuto se siamo effettivamente più accomunabili tra noi rispetto alle persone normali, quelle che hanno una famiglia ed hanno dei bambini che si svegliano di notte perché vogliono l’acqua oppure perché preferiscono andare nel lettone dei genitori. Ci passiamo accanto in silenzio, quasi a portare una colpa per cui non sappiamo esattamente come chiedere scusa. Non un peso enorme però, una cosina leggera, di quella da ipermercato di periferia.

Questa storia dei negozi aperti la notte l’ho vista varie volte nei film americani. E quando dici America dici mito. Per cui da adesso ci omologhiamo anche noi. Però nella cellulosa la cosa sembrava h24funzionare meglio. E intanto anche da noi le modalità dell’offerta commerciale mutano e tu con loro. Forse non tutti, ma alcuni di noi sì! Ed intanto il marketing, dopo la domenica, si è preso anche quello spazio che finora era ancora considerato sacro ed inviolabile, la notte, quella fascia che dalla mezzanotte arriva fino alle prime luci dell’alba. Forse l’unico spazio veramente sacro che era rimasto a noi uomini. Il tempo del riposo. E non si può stare più tranquilli nemmeno qui, in uno spazio che finora era tutto mio, solo mio. E adesso non è più di nessuno. Nè mio, nè loro. È diventato una spazio vuoto, irregolare, anomalo, strano e straniante. No, non per coloro che alla notte sono costretti per motivi di lavoro o di servizio. O peggio ancora per l’insonnia. Ma per quelli che sono costretti a viverla solo per pura curiosità e nonostante tutto come me, sì! Adesso sono le 3.45 e continuo a girare senza meta tra questi scaffali. La camicia con l’ho trovata, ho preso un libro però. Un giallo. Ed un paio di calzini. Pensavo andasse meglio e magari di scambiare due parole. Quelle le faccio meglio nei negozi sotto casa, quelli a gestione familiare che stanno ancora resistendo alla potenza degli ipermercati. Lì magari non trovi tutto, ma un sorriso sì. E lì, in fondo, la notte è davvero ancora sacra.

Marco Bennici

L'Autore

Lascia un commento