La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

Il futuro dell’umanità va verso un destino condiviso

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La guerra commerciale tra Usa e Cina , la pandemia di Sars Cov 2, il conflitto in ucraina, i cambiamenticlimatici e il recente sisma che ha travolto il sistema bancario sulle due sponde dell’Atlantico hanno incrinato le fondamenta dell’ordine economico planetario. Da qui la necessità di un nuovo ordine internazionale basato sul diritto : “la storia sta cambiando”. La Cina rapidamente emergente come potenza multidimensionale con una economia globalmente competitiva, gli Stati Uniti che mancano di duttilità culturale necessaria per affrontare il “diverso” nella perpetua convinzione di aver messo in piedi il miglior sistema politico e sociale possibile. Se non si pone rimedio, viviamo un’epoca caratterizzata da uno stato di guerra mondiale ibrida e frammentata (Russia – Ucraina – Nato – Sudan – Occidente verso Oriente – Hong kong-Taiwan – 284 conflitti attivi nel mondo), tutti atteggiamenti che portano all’interruzione del dialogo, e al conflitto.

 

Questi gli argomenti trattati al Centro Nazionale delle Ricerche a Roma durante il convegno “Un Nuovo Ordine Internazionale per un Futuro Condiviso dell’Umanità” dove sono intervenuti Jia Guide, Ambasciatore della Repubblica popolare cinese in Italia e San Marino, illustri studiosi ed esponenti delmondo culturale.

Ha aperto i lavori Fabio Marcelli,  direttore f.f. CNR – ISGI, a seguire Enzo Cannizzaro, professore ordinario di diritto internazionale alla Sapienza, Università di Roma, Gemma Andreone, dirigente di ricerca CNR – ISGI, Michela Arricale: copresidente del Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia (CRED), Maria Francesca Staiano: direttrice del Centro studi sulla Cina dell’Università di La Plata. Ha moderato Herta Manetti: sinologa.

 

L’Ambasciatore Jia Guide nella sua relazione “Le proposte della Cina per la pace e prosperità dei popoli” ha sottolineato che “questa è un’epoca ricca di sfide ma che le tendenze storiche di pace, sviluppo e cooperazione win-win sono inarrestabili”. La Cina si è sempre tenuta fuori dai conflitti internazionali perché persegue la strategia “di mutuo vantaggio” sancita nella costituzione e si attiene ad uno sviluppo basato su un programma di dialogo, cooperazione amichevole e pacifica fondato sulla giustizia e sull’uguaglianza tra gli Stati, ma la pace mondiale oggi sta affondando molte sfide.

Michela Arricale, copresidente CRED, nella sua relazione “Sviluppo, diritti umani, e diritti sociali ha sottolineato che “la forza della Cina si basa sulle sue tradizioni e sui valori profondi del suo popolo e del suo stato”. La difficoltà americana, e probabilmente anche dell’occidente è quella di non saper cogliere la multidimensionalità che proprio in quella cultura ha radici e trova alimento. Fondamentale aprire un dialogo tra quei valori e i “valori europei” che non esprimono né nazionalismo né interessi di potenza. Enzo Cannizzaro, professore ordinario di diritto internazionale all’Università Sapienza di Roma, con una relazione dal titolo “ la necessità di un nuovo ordine internazionale basato sul diritto”vede la necessità di ricercare un modo non europeo e non occidentale per compiere un percorso verso lo sviluppo, selezionando i modi più adatti alle specificità nazionali e locali non tralasciando che esistono valori e conoscenze universali che appartengono alla specie umana a prescindere da dove, da come e attraverso chi.

Maria Francesca Staiano, direttrice del Centro studi sulla Cina dell’ Università di La Plata ha sottolineato che “la Cina è membro permanente dell’ONU e si è impegnata a non usare armi nucleari per prima, anche l’Italia è un Paese di pace e che la Cina è disposta a portare avanti insieme all’Italia progetti per una pace estabilità nel mondo”.

A conclusione dei lavori la domanda è : “a chi appartiene l’autorità universalmente riconosciuta per definire cosa sia “giusto” e “non giusto” e a chi sarà devoluta l’autorità di fissare le regole che definiscano sin dove ci si possa spingere senza rischiare di creare più ingiustizia di quella che si intende sanare?”. Le relazioni basate sul confronto e il dialogo sui reciproci interessi consentirebbero di far avanzare la visione umanistica delle relazioni internazionali, alla ricerca di una base comune che possa evitare l’autodistruzione nucleare da parte della specie, sinora organizzata in stati che si negano fiducia e accettazione reciproche.

 

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