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Gianni Rodari

Il mondo in marcia a Parigi contro il terrorismo

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Il mondo in marcia a Parigi per dire no al terrorismo. Oltre due milioni di persone e tantissimi leader: da Angela Merkel a Matteo Renzi, da Benjamin Netanyahu a Abu Mazen, è lunghissima la lista delle personalità che hanno voluto manifestare alla Francia, così barbaramente colpita al cuore, la loro solidarietà, e ricordare le vittime delle stragi. Ma ecco la ricostruzione delle 5o ore di orrore e morte vissute dalla capitale francese, dalla strage nella redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, alla caccia all’uomo, ai due blitz, 50 ore che si sono concluse con un bilancio atroce di 20 morti.

50 ore di terrore assoluto a Parigi

7 gennaio
ore 11,28: sul profilo twitter delle rivista Charlie Hebdo viene pubblicata una vignetta che raffigura Abu Bakr al Baghdadi, che augura a tutti “buona salute”. Nella redazione, che ha sede a Boulevard Richard Lenoir, intanto è in corso la consueta riunione.
ore 11,45: nella sede del magazine satirico entrano due uomini armati di fucili d’assalto e con il volto coperto e aprono il fuoco. E’ una carneficina
ore 11,57: trapelano le prime notizie
ore 12,46: scatta lo stato di massima allerta e comincia la caccia agli assalitori per le strade di Parigi
ore 12,54: il presidente francese Francois Hollande si reca sul luogo della strage e promette che gli autori saranno puniti
ore 12,59: viene pubblicato il primo tweet con l’hashtag #JeSuisCharlie. Da tutto il mondo partono messaggi di solidarietà
ore 14,30: cominciano a diffondersi le prime informazioni sulle vittime. Si parla di tre disegnatori e del direttore Stéphane Charbonnier, noto come Charb
ore 15,13: il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve afferma che ad essere coinvolti nell’attacco sono “tre criminali”. Il bilancio dell’assalto è di 12 morti
ore 23: blitz della polizia in un appartamento di Reims, a est di Parigi. Nessuna traccia dei killer.

8 gennaio
ore 2,40: trapela la notizia secondo la quale uno dei sospetti autori della strage, il 18enne Hamyd Mourad, si è consegnato alla polizia. Vengono diffuse le foto degli altri due, i fratelli Said e Chérif Kouachi.
ore 7,58: il primo ministro francese Manuel Valls annuncia che ci sono stati arresti nella notte e spiega che i due sospettati della strage erano noti ai servizi di sicurezza
ore 9, 45: viene diffusa la notizia di una seconda sparatoria tra le strade di Parigi: due persone, tra cui una poliziotta, restano gravemente ferite da un uomo che ha aperto il fuoco con un fucile automatico a Montrouge, periferia sud della capitale. L’agente di polizia muore poco dopo.
ore 11,25: i due presunti terroristi ricercati vengono avvistati in una stazione di servizio nel nord della Francia
ore 14,32: bandiere jihadiste e bombe molotov vengono trovate in un’auto abbandonata dagli assalitori.
ore 14,50: per la prima volta le autorità francesi parlano di attacco terroristico in riferimento alla notizia dell’uccisione della poliziotta a Montrouge.ore 16 e 30: la massima allerta viene estesa a nord di Parigi, dove erano stati visti i sospetti. Le ricerche continuano
ore 21: vengono circondati i boschi nella Foret de Retz, poco più di 50 chilometri da Parigi

charlie hebdo9 gennaio
ore 9: viene data notizia di un inseguimento e di spari a nordest di Parigi
ore 9,45: il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve annuncia che è in corso un’operazione delle forze di sicurezza a Dammartin-en-Goele, a 50 chilometri dalla capitale
ore 9,50: trapelano notizie secondo le quali due persone sarebbero state prese in ostaggio nella sede dell’azienda Creation Tendance Decouverte building, in una zona industriale di Dammartin-en-Goele, vicino all’aeroporto Charles de Gaulle. Secondo la polizia ci sono forti probabilità che i sequestratori siano i fratelli Kouachi
ore 13,44: si spara a Porte de Vincennes, nella zona sud di Parigi
ore 14: la polizia francese conferma che il sequestratore che ha sparato a Porte de Vincennes, prendendo in ostaggio almeno cinque persone in un negozio kosher, è l’uomo ricercato in relazione alla sparatoria a Montrouge, in cui è stata uccisa una poliziotta.
ore 15.03: per l’attacco Montrouge, si dà la caccia a due killer e non a uno soltanto: Amedy Coulibaly, presunto responsabile della sparatoria e del sequestro di ostaggi a Port de Vincennes, e di una donna, Hayat Boumeddiene
ore 17: spari a Dammartin-en-Goele, accompagnati da forti esplosioni
ore 17,16: spari anche a Porte de Vincennes
ore 17,20: a Dammartin-en-Goele i due uomini ritenuti gli esecutori della strage alla sede di Charlie Hebdo vengono uccisi durante il blitz delle forze dell’ordine contro le quali avrebbero aperto il fuoco
ore 17,26: Le Monde diffonde la notizia dell’uccisione di Amedy Coulibaly, l’uomo asserragliato a Porte de Vincennes
ore 17,34: viene confermato che l’ostaggio dei fratelli Kouachi è libero, sano e salvo l’ostaggio
ore 18: la polizia annuncia che quattro degli ostaggi del supermercato di Porte de Vincennes sono morti. Si cerca la compagna di Amedy Coulibaly.

Il bilancio delle vittime è di 20 morti, compreso i killer.
I dodici morti a Charlies Hebdo: un addetto alla portineria, otto giornalisti, uno dei poliziotti assegnati alla protezione del direttore e un invitato alla riunione di redazione, che si trovavano all’interno, più un secondo poliziotto accorso appena dopo la sparatoria e colpito sul marciapiede di fronte all’edificio. Tra le vittime anche il direttore Stephane Charbonnier, che firma Charb le sue vignette, e i tre vignettisti Georges Wolinski, Cabu (Jean Cabut) e Tignous (Bernard Verlhac). L’agente rimasto ucciso era un musulmano: si chiamava Ahmed Merabet. Suo fratello Malek ha chiesto che non si risponda alla violenza con altra violenza. “Mio fratello era musulmano ed è stato ucciso da persone che dicono di essere musulmane. Ma sono terroristi, niente di più”.
Le quattro vittime uccise nel supermarket kosher di Porte de Vincennes sono ebree e saranno sepolte in Israele. I loro funerali si terranno il 13 gennaio. Lo ha annunciato l’ufficio di Benyamin Netanyahu da Gerusalemme sottolineando che il premier ha accettato la richieste delle famiglie. Era invece musulmano l’uomo che è riuscito a mettere in salvo gli altri sei ostaggi, nascondendoli in una cella frigorifera: si chiama Lassana Bathily, 24 anni, immigrato dal Mali, dipendente del supermarket. Secondo testimoni si sarebbe comportato da eroe.
L’agente municipale uccisa a Monterouge si chiamava Clarissa Jean-Philippe, aveva 25 anni, ed era in prova da 15 giorni.

I terroristiThree Terrorists Killed, 1 At Large

Cherif e Said Kouachi, i due autori della strage a Charlie Hebdo, erano due fratelli di 32 e 34 anni, vissuti nelle Banlieue: il primo era noto all’antiterrorismo francese, nel 2008 era stato condannato per il suo coinvolgimento con la `Buttes-Chaumont´, cellula islamica che tra il 2003 e il 2005 reclutava combattenti per Al-Qaida in Iraq.
Nati entrambi a Parigi, nella zona del decimo arrondissement, avevano passaporto francese. Dopo la morte dei loro genitori, avvenuta quando ancora erano piccoli, i due fratelli sono stati affidati ai servizi sociali e cresciuti a Rennes, nel nordovest della Francia. Poi entrambi erano tornati a vivere nella capitale. Dei due, come ha detto il ministro degli Interni francese Cazeneuve, solo Chérif ha già scontato una condanna di un anno e mezzo per aver fatto parte di una rete terrorista islamista, dal 2005 al 2006, mentre Said era noto alle autorità solamente per essere comparso “nei contorni del caso giudiziario del fratello”. Secondo varie fonti i due potrebbero essere stati addestrati in Yemen dalla divisione locale di al Qaida, considerata la più pericolosa di tutta l’organizzazione terroristica. Un membro del gruppo ha rivendicato l’attacco. Ma, secondo quanto dichiarato alla Cnn dal ministro della giustizia americano Eric Holder, “non ci sono informazioni certe che dietro gli attacchi di Parigi” ci sarebbe la rete del terrore creata da Osama Bin Laden. Holder, che ha partecipato alla marcia di Parigi, ha confermato che sia l’Isis che l’Aqap rappresentano una minaccia per gli Stati Uniti e i loro alleati. “We don’t have any credible information, at least of yet, to indicate who was responsible, who sponsored this act. That is clearly one of the things that we have to make a determination of”.

Amedy Coulibaly, il sequestratore degli ostaggi nel supermarket kosher di Parigi, di cui ne ha uccisi quattro, prima di essere ammazzato a sua volta, aveva 32 anni ed era originario di Juvisy-sur-Orge, un piccolo comune a sud di Parigi, Coulibaly era l’unico maschio in una famiglia di dieci figli e aveva un ricco curriculum criminale, fatto di rapine e furti cominciati fin dall’adolescenza. La conversione all’islam e alla jihad avviene nel 2005 quando nella prigione di Fleury-Merogis incontra Cherif Kouachi, uno dei massacratori di Charlie Hebdo. Uscito di carcere si trasferisce a Grigny, 20 chilometri a sudest di Parigi. Nel 2010 viene di nuovo arrestato questa volta dall’antiterrorismo perché sospettato di complicità nel piano per far evadere Smait Ali Belkacem, l’autore dell’attentato del 1995 alla stazione di Saint-Michel a Parigi. Era tornato libero lo scorso anno. Secondo una perizia psichiatrica aveva “una personalità immatura e psicopatica”. La sua compagna era Hayat Boumedienne, 26 anni, ancora ricercata. Prima di morire in una telefonata la supermarket aveva affermato di essere dello “Stato islamico”. In un filmato postumo postato sul web il terrorista rivendica l’agguato di Montrouge e l’uccisione della giovane agente municipale.

 

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