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Gianni Rodari

Il volto rosa del Marocco. Tre donne alla guida di Casablanca, Marrakesh e Rabat

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Il Marocco si tinge di rosa con tre donne alla guida delle tre più importanti città del regno, guida strappata a uomini del partito islamista: Asmaa Rhlalou, cronista politica e già deputata della precedente legislatura durante la quale è stata anche segretaria della Camera, eletta sindaco di Rabat; Nabila Rmili, medico e direttrice regionale della Salute, sua l’idea dei “vaccinodromi”, diventata prima cittadina di Casablanca; Fatima-Zahra, riconfermata a Marrakesch, che aveva guidato già dal 2009 al 2015.

Un importante passo avanti per il Regno di Muhammad VI, che si è guadagnato già l’epiteto di Modernizzatore, grazie all’impulso che ha saputo dare al paese in ogni settore da quando è salito al trono il 23 luglio del 1999,  e soprattutto alle politiche per il raggiungimento dell’eguaglianza di genere. Politiche di cui oggi si vedono i frutti.

Scheda

Dall’urne dell’8 settembre è uscito vincitore il partito liberale di centrodestra, Rni, Raggruppamento Nazionale degli Indipendenti, guidato dal miliardario Aziz Akhannouch, 60 anni, ministro dell’Agricoltura e della Pesca dal 2007, uomo d’affari liberale, abbastanza progressista, attento all’economia, alle infrastrutture e alla società,  che ha avuto dal re l’incarico di formare il nuovo esecutivo. Lo Rni0 ha ottenuto, 97 seggi sui 395 del totale della Camera bassa; il Partito dell’Autenticità e della Modernità (Pam), se ne è conquistati 82; il Partito di Istiqlal (PI) 78; l’ Unione Socialista delle Forze Popolari (Usfp) 35; il Movimento Popolare (MP); il Partito del Progresso e del Socialismo (Pps) 20 ; Unione Costituzionale (Uc) 18. Grande sconfitto, il Partito Giustizia e Sviluppo (PJD) che, dopo dieci anni di incontrastato dominio,  ha perso ben 113 parlamentari su 125, nessuno è stato rieletto e dei 12 che sono stati votati, 9 sono donne.

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