La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

Iran: diversi morti nelle manifestazioni anti-regime

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I manifestanti bruciano le auto della polizia

Arriva la prima conferma ufficiale dei decessi registrati durante gli ultimi tre giorni di proteste in Iran. Il governatore del Kurdistan iraniano, Ismail Zarei Kosha, ha annunciato che tre persone sono rimaste uccise nelle proteste inscenate per l’uccisione della ragazza curda, Mahsa Amini, avvenuta a Teheran per mano della polizia morale iraniana.

Kosha non ha identificato le vittime, ma ha detto che una di loro è stata uccisa nella città di Devander con un’arma non utilizzata dalle forze di sicurezza iraniane. Ha aggiunto che il secondo corpo è stato trovato in un’auto vicino alla città di Saqqaz, dove la donna è stata sepolta sabato, e che il terzo omicidio è stato “del tutto sospetto”.

Nel frattempo, gli attivisti hanno riferito di proteste a Teheran con lo slogan “via i mullah”, sottolineando che le forze di sicurezza stavano sparando gas lacrimogeni contro i manifestanti in una stazione della metropolitana. Hanno anche confermato che i manifestanti avevano bruciato auto della polizia nelle città di Mashhad e Qazvin.

Parallelamente, le manifestazioni sono state rinnovate il 20 settembre nella maggior parte delle università iraniane. Sono scoppiati scontri tra studenti dell’Università della Scienza e dell’Industria ed elementi del Basij di Teheran, secondo gli attivisti. Nel frattempo, sono scoppiate proteste all’Università di Medicina di Tabriz, la capitale dell’Azerbaigian orientale, e all’Università di Yazd, nel centro del Paese.

I video diffusi dagli attivisti sui social media hanno mostrato decine di persone che manifestavano tra cori rumorosi, condannando l’uccisione della ragazza di vent’anni. Ciò è avvenuto dopo che le manifestazioni hanno travolto il 19 settembre le università di Teheran, Beheshti, Tarbet Mudarres, Tabatabai e Amir Kabir.

Un raduno simile è avvenuto anche a Mashhad (importante città considerata di significato religioso nel nord-est del Paese), secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Tasnim. La polizia ha arrestato diverse persone e disperso la folla con manganelli e gas lacrimogeni, ferendo 5 persone.

Sono seguite manifestazioni notturne, soprattutto nella città di Sanandaj, capoluogo della provincia del Kurdistan nel nord-ovest del Paese, da cui proviene la ragazza.

Amini, originaria della provincia del Kurdistan, è stata arrestata il 13 settembre, durante una visita ai suoi parenti a Teheran dalla “polizia morale”, con il pretesto di indossare “abiti inadeguati”. E’ caduta in coma poche ore dopo il suo arresto, per essere poi trasferita al Kisra Hospital.

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