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Pietro Barilla

Iran: nuove manifestazioni ad Abidan

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Le autorità tagliano internet

Nuove manifestazioni si registrano nella città iraniana di Abidan, a sud-ovest di Teheran, dove violenze e rabbia prevalgono sullo sfondo del crollo dell’edificio in costruzione Metropel. Nell’ultimo bilancio delle vittime il crollo ha provocato l’uccisione di 26 persone, mentre decine di corpi sono ancora sotto le macerie, nonostante siano passati diversi giorni dall’incidente.

Nella notte tra venerdì 27 e sabato 28 maggio, centinaia di residenti del governatorato di Ahvas hanno protestato chiedendo che i responsabili del crollo dell’edificio fossero puniti.

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Diverse regioni del Paese hanno anche mostrato solidarietà alla città in lutto, che attende il recupero dei corpi ancora sotto le macerie.

Centinaia di manifestanti si sono radunati nelle città di Ahvas, Umdia e Ma’ashur nella provincia dell’Arabistan (Khuzestan), oltre a Bushehr nel sud e nella città di Shahin Shahr nella provincia centrale di Isfahan, in solidarietà con il popolo di la città a maggioranza araba di Abadan.

D’altra parte, centinaia di agenti della sicurezza sono stati dispiegati nel centro di Abadan, per bloccare tutte le strade che portano al luogo dell’edificio crollato. Un gruppo di 200 agenti alla sicurezza a bordo di motociclette hanno spaventato le persone, ma la folla ha continuato a scandire slogan contro le autorità, gridando più e più volte lo slogan “Morte al dittatore”, in riferimento al leader supremo iraniano, Ali Khamenei.

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Un giornalista di Ahvas, Dariush Mimar, ha anche pubblicato un messaggio audio di un residente di Abadan, in cui parlava di sparatorie e lacrimogeni in Amiri Street. Ha sottolineato che decine di residenti arabi si sono radunati davanti all’ospedale dove giacevano i feriti e hanno cantato slogan in arabo contro le autorità.

Inoltre, alcuni di loro hanno scandito lo slogan indirizzato al governo iraniano: “Lascia la Siria e pensa a noi”, in riferimento al finanziamento delle milizie presenti e alla spesa per armarle, mentre gli iraniani soffrono per il caro vita e le difficili condizioni economiche.

Intanto, Internet è stato interrotto ad Abadan e in alcune aree della città di Ahvas, il capoluogo di provincia, da parte delle autorità in modo che i social media non possano dare notizie su quanto sta accadendo.

 

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