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Iran: Svezia condanna a ergastolo giudice Nouri

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Il primo funzionario iraniano ad essere processato per coinvolgimento nelle esecuzioni di massa ordinate a Teheran nel 1988

Il ministero degli Esteri iraniano ha convocato l’Incaricato d’affari svedese a Teheran e gli ha consegnato una nota ufficiale di protesta contro la sentenza di un tribunale svedese che condanna all’ergastolo l’ex funzionario iraniano, Hamid Nouri.

La magistratura svedese ha infatti condannato all’ergastolo Hamid Nouri, il primo funzionario iraniano ad essere processato con l’accusa di coinvolgimento in esecuzioni di massa ordinate da Teheran nel 1988.

Il tribunale di Stoccolma ha condannato Nouri, 61 anni, che era vice procuratore aggiunto nella prigione di Kohardasht, vicino a Teheran, per gravi crimini contro il diritto internazionale e omicidio.

Il testo del verdetto affermava che Nouri è stato coinvolto e complice con altri nelle esecuzioni eseguite in attuazione della fatwa della Guida suprema in Iran, all’epoca l’ayatollah Khomeini.

Questa è la prima volta che un funzionario iraniano viene processato per il suo coinvolgimento nelle esecuzioni, che hanno preso di mira principalmente l’organizzazione “Mujahedin-e-Khalq”, l’opposizione e all’epoca alleata di Baghdad.

Il tribunale di Stoccolma ha ritenuto che Nuri ha condotto i prigionieri al comitato incaricato di condannarli a morte e li ha scortati sul luogo dell’esecuzione.

La decisione del tribunale era in linea con la richiesta del Pubblico Ministero, che aveva chiesto la condanna di Nuri all’ergastolo, tenendo presente che queste condanne sono generalmente limitate in Svezia alla reclusione effettiva per 15 anni.

L’Iran ha condannato la sentenza, definendola “politicizzata”. Una dichiarazione del ministero degli Esteri iraniano ha affermato che Teheran condanna fermamente questa decisione politicizzata, che si limita ad accuse infondate e fabbricate contro l’Iran e il suo sistema giudiziario attraverso l’ergastolo contro Hamid Nouri.

Il processo di Nouri è iniziato a Stoccolma nell’agosto 2021, il che ha portato a relazioni tese tra Svezia e Iran e ha sollevato timori di rappresaglie contro i prigionieri occidentali detenuti in Iran, incluso l’accademico iraniano-svedese Ahmed Reza Jalali.

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