"Tutto è fatto per il futuro, andate avanti con coraggio".

Pietro Barilla

L’Oman e il sogno della Medina di Maometto

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Incontro a Muscat, promosso dall’Associazione della stampa europea che si occupa di mondo arabo, con il  presidente della Maglis al-Shura, Camera bassa del Parlamento omanita, Sheikh Khalid bin Hilal Al Maawali, con Abdul Aziz Mohd. Al Rowas, consigliere del Sultano per gli Affari Culturali, e con il ministro dell’Informazione Mohammed al Busaidi.

 

Il presidente della Maglis al-Shura

La Medina di Muhammed è lo stato ideale al quale il profeta dell’Islam diede vita dopo la fuga dalla Mecca e che fu per 10 anni, dal 622 al 632, inimitabile laboratorio di democrazia illuminata. Un esperimento che resta il punto d’approdo del pensiero politico musulmano, ma che nulla ha a che vedere con le aberranti e sanguinarie utopie dei califfati  di Al Qaida e dell’Isis. Un sogno, che Qabus Bin Sa’id, sultano ibadita dell’Oman dal 23 luglio 1970, ha cercato di realizzare fin dalla sua ascesa al trono, nell’intento di trasformare in una nuova Medina, appunto,  il  suo piccolo e antico regno, che si trova a sud est della penisola arabica, e che, quando, 47 anni fa, ne assunse la guida, era profondamente segnato da dispotismo, miseria, conflitti, divisioni sociali e analfabetismo.

La sua impresa non è  stata facile ed  è ancora in progress. Ma l’Oman oggi tra le nazioni arabe è quella che gode di maggiore stabilità e sviluppo e poggia su una solida struttura organizzativa moderna, basata,  come ha spiegato nel corso di un incontro con i giornalisti europei, Khalid bin Hilal Al Mawali, il presidente della Majlis al-Shura, la Camera bassa del Parlamento omanita, sui principi della  consultazione popolare (shura), del consenso (ijtima), della libertà di culto (ikraha fi-din), della uguaglianza e della solidarietà, della pace all’interno della Umma (la grande comunità di fedeli), sanciti dal Corano e dagli hadith, la raccolta di detti attribuita da testimoni diretti a Muhammed. Una visione sintetizzata nella Costituzione, Basic Law o Legge fondamentale, promulgata il 5 novembre del 1996, al  culmine di un lungo e importante processo di riforme, per molti versi ancora in atto: 81 articoli  che costituiscono i pilastri fondamentali  del regno.

Il Sultano, i visir, i consigli, le authority

A colloquio con il Ministro dell’Informazione

Il sultano è il capo dello stato, l’autorità più alta e ultima, il comandante supremo delle Forze Armate, simbolo, guardiano e difensore dell’unità nazionale. Il Consiglio dei Ministri lo assiste nel delineare la politica generale dello Stato, stabilendo i traguardi da raggiungere e le politiche da adottare per lo sviluppo economico, sociale, amministrativo e umano del paese. Sono trenta i dicasteri, due dei quali, quello dell’Istruzione e quello dell’Istruzione Superiore, retti da donne, Madeeha bint Ahmed bin Nasser al Shaibaniya e Rawaya bint Saud bin Ahmed al Busaidiya. Esistono poi altri organismi, Consigli e Authority di controllo che compongono l’ossatura dello stato, il cui cuore nuovo e pulsante è rappresentato dalla Maglis, il Parlamento.

Maglis Oman – Il principio del consenso e della consultazione

La Maglis realizza i principi islamici, sanciti nel Corano e negli hadith della consultazione e del consenso. Ed è divisa in due rami: il Consiglio di Stato – Maglis al Dawla– i cui membri sono scelti direttamente dal sultano, tra eminenti personalità – intellettuali, ex ambasciatori, ex ministri- che si sono distinte in vari settori della società omanita e il Consiglio della Consultazione – Maglis al-Shura,   i cui membri – 85- sono eletti a suffragio universale: hanno diritto al voto e sono eleggibili tutti i cittadini del sultanato di maggiore età senza distinzione di sesso, razza, religione e ceto sociale.

Il paese è andato alle urne l’ultima volta il 25 ottobre del 2015 con  una partecipazione al voto del 56,6%, superiore alle precedenti consultazioni. La legislatura –che è al suo ottavo mandato- durerà fino al 2019. Oltre ai due rami del Consiglio dell’Oman, ci sono poi i Consiglio Municipali, la cui istituzione, avvenuta nel 2011, ha dato il via ad una nuova fase di partecipazione popolare.

 La Maglis al-Dawla ha un numero di membri che non può superare quello della Maglis al-Shura – al momento ne fanno parte 84 rappresentanti- e ha il compito di approvare, di emendare, di formulare raccomandazioni su bozze di nuove leggi, sul piano di sviluppo e sul bilancio dello stato. E resta in carica quattro anni.

La Maglis al- Shura discute il piano quinquennale di sviluppo e il bilancio dello Stato alla presenza dei vari ministri competenti che devono rispondere a qualsiasi quesito posto dai membri del Consiglio prima che i decreti vengano emessi: questa legislatura ha già stabilito un proprio  record assoluto con ben 142 interrogazioni parlamentari presentate a un solo membro del governo.  L’assemblea, inoltre, elabora raccomandazioni e suggerimenti su questioni sollevate direttamente dal sultano e  promuove le relazioni tra il Sultanato e le nazioni amiche attraverso la partecipazione  ad organismi e incontri internazionali.  Ma ha anche e soprattutto il compito di avanzare proposte di legge,  che poi provvede a inviare al  Consiglio di Stato che ha il potere di emendarle: le bozze normative sono infine sottoposte al  governo per l’approvazione che deve avvenire entro tre mesi  e al Sultano, al quale spetta la decisione finale, per la ratifica.  Sono circa 121 i progetti di legge in discussione in questo momento alla Majlis, ha detto Al Mawali.

Le nuove strategie per il futuro

E tra i temi caldi di cui l’Assemblea, insieme a tutti gli altri organismi dello stato, si sta occupando, ha spiegato il presidente dell’Assemblea parlamentare, ci sono le nuove strategie per far fronte alle grandi sfide del futuro, che si sono cominciate a profilare all’orizzonte dopo la crisi economica globale e il crollo del prezzo del petrolio.  Sebbene le entrate dall’export del greggio siano continuate ad aumentare anche in questi anni particolarmente difficili, il Sultanato non può continuare a contare a tempo indeterminato sul petrolio, ma deve lavorare, ha sottolineato  al Mawali, anche su altri fronti: diversificazione degli investimenti è la parola d’ordine. E  cinque sono i comparti individuati dagli strateghi omaniti sui quali si concentra l’ultimo piano di sviluppo del sultanato: industria manufatturiera; trasporto e logistica; turismo; pesca; estrazione mineraria (è il gas liquido il nuovo oro omanita).

Il sistema fiscale

Tra le priorità c’è inoltre la lotta alla disoccupazione con l’espansione della forza lavoro omanita  e la contrazione di quella  straniera, attualmente pari al 44% del totale; la spinta alla crescita del settore privato attraverso partnership con il settore  pubblico e incentivi; l’ ampliamento delle zone economiche di liberi scambio; il lancio del marchio paese per ampliare il bacino turistico. Quanto alla spesa pubblica, per il momento è stata ristrutturata. In Oman non si pagano le imposte sul reddito delle persone fisiche e nell’imponibile sul reddito delle persone giuridiche, il cui tasso di imposta è pari al 12%,  non rientrano i dividenti, i redditi personali e i redditi esteri.  E per il momento, l’unica riforma in cantiere è quella che porterà il prossimo anno all’introduzione della Vat, la Value Added Tax, (tra il 3 e il 5%) la nostra Iva, che sarà comune per altro a tutti i paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo.

Il welfare

La solidarietà è un’altra parola chiave per il regno omanita, che garantisce alla sua popolazione un welfare invidiabile. Il sultano Qaboos è riuscito ad assicurare al paese un sistema sociale che funziona a pieno ritmo: la sanità , come recita la Costituzione, è  gratuita per tutti e anche nei luoghi più inaccessibili del paese sono state allestite  unità mobili attrezzate per tutte le emergenze. Gli anziani sono tutelati dal sistema pensionistico – le donne a partire da 55 anni, gli uomini da 60-  e la parità di genere è fortemente promossa, nonostante le profonde resistenze retaggio di antiche tradizioni dure a morire soprattutto nelle zone più remote del sultanato. Le donne godono in tutto e per tutto, spiega il presidente della Maglis al Shura, degli stessi diritti degli uomini e sono libere di realizzare le loro aspirazioni  nel mondo del lavoro, della società, della cultura e dell’arte e della politica, “dove –ha osservato al Mawali- sono purtroppo ancora poche” e dove “si sta cercando di incentivarne la presenza”.

Cultura, istruzione e pluralismo religioso

Incontro con il Consigliere del Sultano per gli Affari Culturali

L’alfabetizzazione completa è stato l’altro grande obiettivo perseguito  fin dall’inizio del suo regno con grande tenacia dal sultano, che è stato educato in Gran Bretagna, e Germania e che, come ha raccontato il suo consigliere culturale A bdul Aziz Mohd. Al Rowas, “ama i libri, la musica, l’arte” e vorrebbe contagiare di questo amore tutto il suo popolo. Il livello di istruzione in tutti questi anni ha subito miglioramenti sostanziali, sia qualitativi che quantitativi e oggi l’Oman ha 1.077 scuole primarie e secondarie moderne e dotate di strumenti tecnologici, per totale di 551.867 ( i dati sono del 2015) allievi i, 278.411 maschi e 273.456 femmine. Nel 2013 erano 124.291 gli studenti universitari, iscritti sia a facoltà omanite che all’estero, un numero che conferma la crescita del livello di istruzione in atto nel paese, sostenuta anche dall’erogazione di borse di studio da parte dello stato.  Tra i fiori all’occhiello del paese l’Università del Sultano Qabus particolarmente impegnata nella ricerca scientifica, nei servizi alla comunità e alla cooperazione internazionale. Nell’anno accademico 2015/2016 contava 171 studenti impegnati a conseguire il dottorato di ricerca, 1312 impegnati a conseguire un master e 31.411 iscritti ai corsi. Tantissime anche le iniziative culturali, messe in campo dal sultanato, impegnato anche a valorizzare attraverso strutture museali e siti archeologici il suo importantissimo patrimonio storico. La Fiera Internazionale di Muscat è tra gli eventi più significativi per dare visibilità mondiale a intellettuali e scrittori arabi. Insieme alla stagione musicale, lirica e artistica, ospitata dal Teatro Reale dell’Opera. Un humus che rende particolarmente fertile il dialogo e il pluralismo anche religioso. L’ibadismo, che è una corrente dell’Islam che predica la tolleranza e la pace,  è la fede più diffusa nel paese, 75% del totale della popolazione, sunniti 5%. Hindu, cristiani e cattolici costituiscono il 13% .

Un paese, l’Oman, che si è modernizzato, senza occidentalizzarsi, che ha sviluppato, anche sullo scacchiere geopolitico, una sua precisa e inconfondibile identità, ritagliandosi un ruolo di player importante che  però non ama i riflettori. Un paese, che ha mostrato di saper fronteggiare la crisi globale e quella petrolifera, che ha dovuto fare i conti anche con un anelito di primavera araba, alla quale ha risposto  con alcune importanti riforme e un cambio di guardia ai vertici del potere. Un paese che ruota tutto intorno alla figura fondamentale del sultano Qabus, che ha scelto di essere un monarca illuminato e ha regnato per 47 anni avendo come solo obiettivo il miglioramento delle condizioni di vita del suo popolo e lo sviluppo del suo regno. C’è da chiedersi che cosa succederà dopo di lui. Se il suo successore e l’attuale classe dirigente omanita saprà continuare sulla via da lui tracciata o consegnerà il suo destino, come hanno fatto altri paesi arabi, alle istituzioni internazionali occidentali, che in cambio di facili prestiti  presenteranno poi puntualmente il loro salatissimo conto e chiederanno di procedere a grandi riforme prime tra tutte la cancellazione del welfare e la privatizzazione e svendita delle grandi risorse dello stato. L’augurio è che almeno per l’Oman, finora oasi di pace, questo scenario possa essere scongiurato.

 

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Vedi anche https://youtu.be/FupXT2exFwY

Vedi anche incontro con il ministro degli esteri  https://youtu.be/7mh-EXsMKFY  

Vedi anche  incontro con il ministro dell’informazione https://youtu.be/L58KLIKW5BA

Vedi anche incontro con il consigliere degli affari culturali e il ministro del turismo https://youtu.be/YiuTF9A72AM

Vedi anche visita alla Maglis della Shura https://youtu.be/nypQvpNaPe8

 

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