Aumentare la pressione su Hezbollah e Iran. Questo l’obiettivo della prima visita in Libano il 22 marzo del segretario di Stato americano Mike Pompeo. Secondo quanto riferiscono a Futuro Quotidiano fonti ben informate di una delle capitali europee, al centro dei colloqui dell’inviato dell’amministrazione Trump con il presidente Michel Aoun, il presidente del Parlamento e il ministro degli Esteri, tutti e tre alleati degli Hezbollah, e il premier Saad Hariri, stretto alleato dell’Occidente, ma restio a confrontarsi con il partito di Dio, ci sarebbe una precisa richiesta degli Stati Uniti che riguarda antiche questioni ancora in sospeso: l’arresto e la consegna di numerosi sospettati di vecchie azioni terroristiche.
Nella lista ci sarebbero i nomi di Mohammed Ali Hamada, Hassan Ezzeddine e Ali Atwi, accusati di aver colpito gli interessi americani, dirottato aerei negli anni Ottanta ( tra cui il volo della Twa) e condotto altre operazioni di terrore in Medio Oriente. Una mossa, quella di ritirare fuori dal cilindro vecchie questioni in sospeso, che mira a mettere alle strette Beirut e la compagine politica libanese, spingendole a contenere l’ascesa del potere degli Hezbollah che controllano sempre più il governo e il parlamento.