Ecco qual è il problema del futuro:
quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

A SANTIAGO DEL CILE NASCE LA “SILICON VALLEY” IN SALSA LATINA

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Incastonata tra le Ande, 8 milioni di abitanti e un pil pro capite pari a 18.465 dollari, che ne fa la terza città dell’America Latina per qualità della vita. Stiamo parlando di Santiago del Cile, cuore pulsante di una nuova Silicon Valley in salsa sudamericana: la “Chilecon Valley”. A svariati chilometri di distanza dal sole californiano, dalla Cupertino di Apple e Sun Microsystem, da qualche anno sta infatti crescendo, a ritmi sorprendenti, una nuova culla delle start-up mondiali, che in questi giorni celebra il notevole traguardo delle 2448 applicazioni nate sotto la sua ala protettrice, la Start-Up  Chile . “Dai un’accelerata al tuo business, trasformando un paese e cambiando la tua vita per sempre”, recita lo slogan di Start-up Chile sul suo sito, invitando giovani e intraprendenti imprenditori ad entrare a far parte di questo “hub” creativo. L’iniziativa, ideata nel 2010 dal governo cileno e realizzata dal Corfo , corporazione dello stato cileno creata nel 1939 allo scopo di stimolare la produttività nazionale, ha finito per attrarre non solo investitori cileni ma anche numerosi stranieri, dagli statunitensi agli indiani, dagli inglesi ai tedeschi per quanto riguarda l’Europa.

cile strat-up

Il Cile informatico

Cogliere le giovani promesse dell’informatica e della tecnologia prima ancora che sboccino, per assicurar loro uno sviluppo rapido, conveniente e senza intoppi, naturalmente made in Cile: questo è l’intento di Start-Up Chile.
Il programma seleziona infatti, attraverso l’aiuto di un team di giudici di calibro internazionale, i progetti più interessanti che vengono presentati attraverso l’application form disponibile sul sito, e all’ideatore di ciascuno di essi regala l’equivalente di 40,000 dollari e un visto annuale per potersi recare in Cile a lavorare. A Nicolas Shea, l’imprenditore cileno che nel 2010 propose Start-Up Chile al governo, l’idea è venuta durante la sua esperienza in suolo americano, essendosi egli laureato alla californiana Stanford University. “Ho visto tantissime persone brillanti venir cacciate dagli Stati Uniti per questioni di visto – ha raccontato Shea in un’intervista al The Economist – e allora ho pensato: perché non proviamo a portare qualcuno di questi da noi in Cile?”. Le “infornate” di imprenditori, chiamate “round”, avvengono a scadenza trimestrale, e non c’è obbligo di trasferirsi in Cile o di assumere lavoratori cileni, anche se le agevolazioni burocratiche e fiscali, al di là del contributo a fondo perduto iniziale, rappresentano un ghiotto incentivo a volare nel paese sudamericano.
E poi, a Santiago, vengono organizzati spesso incontri, meetup e conferenze con i big di tutto il mondo, dove potersi scambiare idee e opinioni e farsi conoscere.

Uno sguardo alle app della “generation 12”

“Generazione 12” non è altro che il nome dell’ultimo gruppo di startup prescelto in questo 2014 dall’organizzazione cilena. Cento progetti provenienti da 25 paesi diversi, selezionati da una rosa di più di 2400, la più alta affluenza di richieste mai pervenuta a Start-Up Chile fin dalla sua creazione, segno di un successo in continua crescita. In questo video postato sul proprio canale YouTube, https://www.youtube.com/watch?v=7RxlnENUSmM Start-Up Chile presenta uno ad uno i prossimi protagonisti della Chilecon Valley, ma diamo uno sguardo veloce ad alcuni di loro, per capire nuove tendenze e scommettere su nuove promesse delle app che vedranno la luce con il prossimo anno.
Scorrendo l’elenco dei progetti, salta subito all’occhio l’eterogeneità degli argomenti: si va dalla prima piattaforma di streaming musicale rigorosamente dedicata alla musica latina, “Satta project”, a iniziative dal forte impatto etico, come “Polen”, applicativo che consentirà ai clienti di qualsiasi negozio online di devolvere una parte del proprio acquisto in beneficenza, senza costi aggiuntivi.
Patiti di calcio e di videogiochi? Un team argentino, che ha già acquistato i diritti della squadra e del calciatore numero uno del proprio paese, ossia il Boca Juniors e Lionel Messi, realizzerà “Rock’n’roll games – The Nike for mobile games”. Prendendo spunto dalla multinazionale Nike, che vende indumenti sportivi e casual con il brand di numerose squadre di calcio famose, come il Barcelona F.C., questa startup si pone l’obiettivo di vendere videogiochi ufficiali dei club calcistici o griffati da star come, appunto, Lionel Messi.
Anche futili ma noiosi problemi di tutti i giorni, come fare la fila agli uffici pubblici o davanti al ristorante, hanno rappresentato terra fertile per le giovani menti di Start-Up Chile: RondApp, un’applicazione di notifica che permetterà di fare file virtuali o di prenotare la priorità per determinati servizi, potrebbe essere l’ultima frontiera, a portata di telefonino, dei bigliettini numerati all’ingresso degli uffici postali o al bancone del supermercato.

Giulia Di Stefano

L'Autore

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