Nato a Chicago il 13 ottobre del 1929, quest’anno Bradley avrebbe compiuto 93 anni: e Roma, la città dove scelse di tornare ad abitare dopo un ventennio di successi in America, come docente universitario e conduttore tv di programmi culturali sui canali CBS e NBC, non vuol perdere l’occasione per rendergli un doveroso omaggio. L’appuntamento è per questo prossimo venerdì, 14 Ottobre, all’ex Mattatoio di Testaccio presso la “Città dell’Altra Economia”: che ospiterà, dalle 18:00 alle 24:00, una jam session in sua memoria intitolata appunto “Happy Birthday Harold Bradley”.
Ad esibirsi in questo concerto, ad ingresso gratuito, saranno oltre 20 musicisti e artisti internazionali legati ad Harold, che si son esibiti al suo fianco e che si riuniranno per celebrarlo. «Questo concerto è un omaggio a Bradley e una celebrazione della sua vita – spiega il figlio Oliver Bradley, che interverrà all’evento insieme alla sorella Lea, venuti, per l’occasione, rispettivamente da Berlino e Chicago – perché vogliamo celebrarla, questa vita così interessante che ci ha coinvolto in tanti modi, e non piangerla. Proprio per questo, il concerto sarà una jam session, i musicisti e persino il pubblico possono in qualsiasi momento unirsi a noi per partecipare»
. A questa vera e propria maratona musicale parteciperanno storiche band come la “Jona’s Blues Band”, con special guest Fulvio Tomaino e Luca Casagrande, la “Mario Donatone Band” con Gio’ Bosco & “World Spirit Orchestra”, il “Dylan Garage Trio”, il quartetto blues “Jump Aces”, Vladimiro Marcianó & “Unbound Voices”, la “Tortuga” blues band, unitamente a numerosi protagonisti della scena musicale contemporanea quali Stefano Carboni (chitarra e voce), Marcello Convertini (cantante, chitarrista e armonicista), Marco Moro (percussionista), Eric Daniel (sassofonista), Piero Fortezza (batterista), Andrea La Malfa (percussionista), Lea Machado (cantante, danzatrice e compositrice), Sandro Oliva (chitarrista e compositore), Francis Kuipers (compositore e chitarrista) Paolo Rainaldi (chitarrista), Marcello Rosa (trombonista e compositore), Gavino “Rossovino” Parretta (armonicista, chitarrista e voce), Paolo Strina (chitarrista), Marco Vannozzi (bassista e contrabbassista), Alberico Di Meo (pianista, compositore e arrangiatore), ed altri ancora. ,
«Bradley era qualcosa a metà tra un predicatore e uno storyteller, un figlio di quella stagione di grande unità e solidarietà che tutta una parte del mondo fece propria in direzione dei diritti civili e sociali della gente, un movimento epocale che, al di là di differenze e sfumature culturali e politiche, mise comunque l’idea della gente oppressa in primo piano”, ricorda il suo grande amico musicista Mario Donatone. “Harold aveva un carisma anche tuonante a volte, ma era un uomo di una gentilezza estrema. Il pubblico l’amava e si faceva portare dove lui voleva; e lui lo portava a conoscere luoghi, suoni e forme apparentemente lontani, ma che esprimevano dei sentimenti e un’etica universali». E proprio parlando dell’impegno di Harold, l’evento del 14 ottobre sarà anche occasione per presentare al pubblico le attività ed i progetti del neonato “Harold Bradley Intercultural Department”, promosso dalla Consulta della Cultura del Municipio Roma IX – Eur: che in collaborazione con “La Sapienza” e la statunitense University of Iowa ha iniziato proprio in questi giorni a catalogare e valorizzare il lascito dell’artista. Che comprende disegni, dipinti, istallazioni artistiche, dischi, nastri, locandine, foto, documenti audiovisivi e cartacei, il cavalletto dove lui dipingeva, la scrivania dove scriveva, ecc. : tutti oggetti di grande impatto emotivo, che saranno utilizzati per realizzare delle “Stanze-Museo” in sua memoria, a Roma e Chicago.
«Attraverso la straordinaria figura di Bradley vogliamo promuovere e diffondere lo spirito interculturale che questo grande uomo ha perfettamente incarnato fin dagli anni ’50”, sottolinea Massimo Gazzè, Presidente della Consulta della Cultura. “E grazie alla fiducia in noi riposta da Oliver e Lea Bradley e al prezioso e fondamentale contributo di Marilisa Merolla della Sapienza, Jon Darsee, “Chief Innovation Officer”all’ Università dell’Iowa, e Sandro Bari, Direttore del periodico “Voce Romana” e autore, tra l’altro, del volume “Folkstudio 1961 -1967 – La Fondazione” – che interverranno tutti in occasione della serata del 14 Ottobre – il nostro nuovo Dipartimento diverrà un vero e proprio centro internazionale per la ricerca, la promozione e lo studio delle attività interculturali come strumento di liberta e progresso, pace e fratellanza universale”.