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Alan Kay

Russia. La Banca Centrale alza il tasso di interesse al 9,5%

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La Banca Centrale russa per far fronte all’inflazione ha alzato il tasso di interesse dell’1,5% portandolo dall’8% al 9,5%. Un punto in più rispetto alle previsioni che fissavano lo scatto allo 0,5%. La speranza per il paese è che la misura questa volta si riveli efficace. I precedenti aumenti infatti non hanno prodotto gli effetti auspicati.  Il rublo debole e il bando sulle importazioni alimentari, conseguenza della crisi Ucraina, hanno mantenuto l’inflazione ostinatamente alta.

“Se le condizioni esterne miglioreranno e si profilerà un abbassamento dell’inflazione, la Banca di Russia allenterà la sua politica monetaria”, si legge in una nota. Il nuovo tasso diventerà ufficiale il 5 novembre. L’ultimo aumento risale alla fine di luglio. Secondo i dati diffusi dall’istituto l’inflazione nel Paese ha raggiunto l’8,4% e dovrebbe scendere sotto l’8% entro la fine di marzo.

 

 

 

 

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La crescita economica sta rallentando e si prevede che rimarrà ferma in questi ultimi due mesi e nei primi mesi del 2015. E’ stata buona la performance del rublo dopo l’annuncio della Banca Centrale, ma subito dopo è ricominciato il trend negativo. La risalita è coincisa anche con la decisione della Russia di riaprire i rubinetti del gas all’Ucraina, dopo che Kiev ha provveduto al pagamento della prima bolletta per la fornitura della prossima settimana. Un accordo importantissimo che assicura all’intera Europa che quest’inverno non ci sarà emergenza gas. L’intesa raggiunta garantisce la fornitura al vecchio continente fino a marzo 2015. Ma chiusa questa questione  un altro siluro è arrivo  a Mosca dall’Unione Europea.

La Ue ha denunciato la Russia al Wto (Organizzazione mondiale per il commercio) –  ed è la quinta volta che accade- per pratiche commerciali irrituali. Bruxelles accusa Mosca di imporre tariffe più alte di quanto consentito su un range di merci, tra i quali carta, olio di palma e frigoriferi

 

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