"Tutto è fatto per il futuro, andate avanti con coraggio".

Pietro Barilla

Sappiatelo, questo non è un Paese per donne sessuate!

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Non sarà un argomento da sfoderare a cena con gli amici, non è una cosa da dire in palestra, evitiamo anche di parlarne alla cena aziendale… Ma quando si potrà dire che anche le donne si masturbano? I luoghi comuni la danno come una pratica strettamente maschile, qualcosa che i maschi fanno ed è quasi un problema immaginare che loro non lo facciano a qualsiasi età ed indipendentemente dallo stato sentimentale. Perché a questo punto non potrebbero farlo anche le donne? Andando a ritroso il primo a considerare la masturbazione come una malattia fu il medico svizzero Samuel Tissot nei 1700. Successivamente divenne una pratica utilizzata per curare il disturbo dell’isteria, malattia considerata ad uso esclusivamente femminile. Dagli anni 90 in poi i vibratori e i sexy toy si sono iniziati ad intravedere anche nelle serie tv americane, prima tra tutte in “Sex and the city”. E cosi mentre le donne americane, si sentono libere di esprimersi e poter portare in borsetta i loro sexy toy cosi come ci portano il cellulare e il rossetto, noi italiane, ci sentiamo invece costrette a vivere in un contesto in cui l’autoerotismo e il sesso “al femminile” vengono vissuti ancora con moltissimi sensi di colpa.

A tal proposito, qualche tempo fa a Palermo, in un convegno medico sulla salute delle donne, un’azienda farmaceutica ha esposto prodotti per stimolare il piacere femminile, oggetti “per prevenire disturbi nella zona pelvica”. Ma ciò non è piaciuto ai vertici delle organizzazioni, dove Presidente e Consiglio si sono scandalizzati alla vista dei sexy toys che erano visibili chiaramente a tutti. Certo, è possibile fare delle pubblicità che parlano dell’eiaculazione precoce sull’uomo che si accende e si spegne come un fiammifero ma ci risulta complicato considerare che una donna, se ha voglia di rilassarsi e scaricare un po’ di tensione, possa semplicemente masturbarsi. Questo perché la salute femminile, soprattutto in Italia, non può passare attraverso una sessualità “sana” ma è più facile che veicoli attraverso una sessualità patologica che riguarda problematiche sempre più gravi. Al momento l’idea è che sia uno sdegno pensare alla masturbazione femminile, immaginata come una cosa che fanno solo le prostitute o le donne frustrate incapaci di trovare un uomo.

Viene da chiedersi a questo punto se è lo stesso Paese in cui è possibile effettuare un’interruzione di gravidanza oppure no, perché magari per sbaglio si incontra un obiettore di coscienza? È lo stesso che assolve gli stupratori, gli stalker, i pedofili con sentenze assurde in cui “è la donna con la minigonna che provoca”? Lo stesso Paese in cui è luogo comune il fatto che quando le donne non hanno voglia di fare sesso “fingono” di soffrire di mal di testa pur di non avere un rapporto sessuale con il proprio uomo. Non voglio fare la saga dei luoghi comuni del maschilismo, ma credo che sia necessario riflettere su una questione che tutti noi conosciamo benissimo ed è la parità dei sessi, questa questione per la quale tanto abbiamo combattuto e per la quale le nostre mamme hanno fatto la Rivoluzione al canto di “è mia e la gestisco io”. Consideriamo soltanto che secondo uno studio del 2011 realizzato dal centro “Donne e Qualità della vita” le mogli italiane sono le più insoddisfatte rispetto alle loro colleghe europee. Il loro tasso di insoddisfazione è pari al 76%, con un aumento del 2,5% rispetto al 2010, più delle spagnole (63%), le francesi (57%) e le inglesi (51%).

La donna italiana tende a fingere piacere, orgasmo, condivisione sessuale per paura che il proprio partner ci possa rimanere male e sentirsi meno “virile”. In base a questi presupposti come possiamo pensare che possa “guidarlo” in direzione del piacere sia personale che di coppia? A Natale scorso ci siamo ancora scandalizzati per un video della cantante Miley Cirus che si masturbava sotto le lenzuola, scandalo perché un’icona della musica mondiale provava piacere in maniera eclatante e forse ha fatto da apripista ai futuri simboli delle adolescenti. Ma la vera novità sono proprio loro, le adolescenti moderne che lo fanno abitualmente e la considerano come un’abitudine normale, mentre le donne un po’ più agè hanno dovuto superare barriere fatte di perbenismi, giudizi, strascichi educativi e religiosi. Proprio in tema di futuro ci auguriamo che la sessualità possa essere vissute dalle nostre figlie e dalle nostre nipoti in maniera più libera ma anche più sicura, sperando che in giro ci siano meno “fuitine” e più preservativi e sexy toy nelle borsette.

Valentina De Maio

L'Autore

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