Lo dice il ministro degli Esteri, Faisal bin Farhan, al suo omologo russo Sergey Lavrov
L’Arabia Saudita sostiene gli sforzi internazionali volti a risolvere politicamente la crisi in Ucraina. Lo ha detto il ministro degli Esteri del Regno, il principe Faisal bin Farhan, durante una telefonata con il ministro degli esteri russo, Sergey Lavrov.
Il ministro saudita ha ricevuto il 28 dicembre una telefonata dal suo omologo russo. Lo scopo era quello di discutere delle relazioni bilaterali tra i loro paesi. Lo riporta una dichiarazione ufficiale.
I due hanno anche discusso dei modi per rafforzare la loro cooperazione. Hanno scambiato opinioni sugli ultimi sviluppi regionali e internazionali.
“I due ministri hanno anche discusso degli ultimi sviluppi relativi alla crisi in Ucraina. Il principe saudita ha sottolineato i continui sforzi del Regno tra tutte le parti e il suo sostegno agli sforzi internazionali volti a risolvere politicamente la crisi”.
📞 | Foreign Minister H.H Prince @FaisalbinFarhan receives a phone call from Foreign Minister of #Russia, H.E Sergey Lavrov. pic.twitter.com/oN6Uz11Emz
— Foreign Ministry 🇸🇦 (@KSAmofaEN) December 28, 2022
La Russia ha lanciato un’invasione su larga scala dell’Ucraina il 24 febbraio 2022. Da allora i combattimenti in Ucraina si sono intensificati, specialmente intorno alla città orientale di Bakhmut nella provincia di Donetsk e Svatove, più a nord nella provincia di Luhansk. Lo ha detto lunedì il ministero della Difesa britannico.
Donetsk e Luhansk – che costituiscono entrambi il Donbass industriale – così come due regioni dell’Ucraina meridionale sono rivendicate dalla Russia.
Il 10 settembre, un aereo che trasportava 10 prigionieri di guerra è arrivato dalla Russia a Riad.
Dopo il successo degli sforzi di mediazione del principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman.
Il principe ereditario era stato in contatto diretto con il Cremlino e l’Ucraina nell’ambito degli sforzi di mediazione per il rilascio dei prigionieri. Cinque cittadini britannici, un marocchino, uno svedese, un croato e due americani sono stati rilasciati quel giorno.
