La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

VIOLENZE CONTRO LE DONNE. PARLANO LE CIFRE

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Le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza nel 2017 sono 49.152, di queste 29.227 hanno iniziato un percorso di uscita dalla violenza. Il 26,9% delle donne che si rivolgono ai centri sono straniere e il 63,7% ha figli, minorenni in più del 70% dei casi. Sono i dati raccolti dall’Istat che per la prima volta ha svolto l’indagine sui servizi offerti dai Centri antiviolenza, in collaborazione con il Dipartimento per le Pari opportunità le regioni e il Consiglio nazionale della ricerca (Cnr). La maggior parte dei centri, l’85,8%,lavora in rete con altri enti della rete territoriale e quasi tutti, il 95,3%, aderiscono al numero verde nazionale 1522 contro la violenza e lo stalking.
La possibilità di contattare il centro antiviolenza da parte delle donne è elevata, il 68,8% ha messo a disposizione una reperibilità H24, il 71,1% ha attivato un servizio di segreteria telefonica negli orari di chiusura e il 24,5% possiede un numero verde dedicato. Sono circa 4.400 le operatrici che nel 2017 hanno lavorato presso i centri antiviolenza, di queste il 56,1% è stato impegnato esclusivamente in forma volontaria. Le figure professionali che sono maggiormente presenti nei centri,coerentemente con i servizi prestati, sono le avvocate, le psicologhe e le operatrici di accoglienza. Il 93% dei Centri antiviolenza prevede una formazione obbligatoria per le operatrici che sono impegnate presso il centro. Nell’85% dei casi è il centro stesso che ha organizzato corsi di formazione per il personale.
 “La violenza nei confronti delle donne è una grave violazione dei diritti umani, eppure è tuttora diffusa in tutto il mondo. L’idea che le molestie o le violenze inflitte alle donne siano normali e accettabili è sbagliata e deve cambiare. Spetta a tutti noi dire no, respingere apertamente gli atti di violenza o molestia, sostenere le vittime – sottolinea in una nota la Commissione europea  in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza nei confronti delle donne-  La violenza colpisce le donne dovunque: a casa, al lavoro, nelle scuole e nelle università, sulla strada, sui trasporti pubblici e su Internet. Può colpire qualunque donna, compromettendone il benessere generale e impedendole di partecipare pienamente alla società. Circa la metà delle donne nell’Unione europea è stata vittima di molestie verbali, fisiche o online. Secondo Eurostat, l’80% delle vittime della tratta nell’UE sono donne. Nel mondo, ogni anno, si sposano circa 12 milioni di ragazze di età inferiore a 18 anni: una ogni due secondi. Le ragazze sposate spesso rimangono presto incinte, abbandonano la scuola e sono esposte a un rischio più elevato di violenza domestica rispetto alle donne che si sposano in età adulta. Oggi almeno 200 milioni di donne e ragazze hanno subito mutilazioni genitali, pratica tuttora in corso in circa 30 paesi. Le donne migranti sono particolarmente vulnerabili e più esposte ad abusi e violenze. L’eliminazione della violenza contro le donne e le ragazze è al centro dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. È un primo passo verso la pace e la sicurezza globali, una condizione indispensabile per la promozione, la protezione e il rispetto dei diritti umani, l’uguaglianza di genere, la democrazia e la crescita economica”.

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