La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

Yemen: Al-Alimi chiede a USA di fermare Houthi

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Il presidente chiede a Washington maggiori pressioni per fermare le violazioni degli Houthi

Il capo del Presidential Leadership Council yemenita, Rashad al-Alimi, ha esortato la comunità internazionale a esercitare maggiori pressioni per fermare le gravi violazioni dei diritti umani da parte degli Houthi.

La più recente delle quali sono state le misure arbitrarie contro le ragazze iscritte all’istruzione accademica. Un ulteriore passo aggressivo per minacciare la pace sociale, i valori di convivenza e tolleranza che gli yemeniti hanno vissuto nel corso dei secoli.

Al-Alimi ha rinnovato, durante un incontro con l’ambasciatore statunitense Stephen Fagin, l’impegno del Consiglio presidenziale e del governo per l’opzione di una pace giusta e globale basata su riferimenti concordati. In particolare l’iniziativa del Golfo e il suo meccanismo di attuazione, i risultati del dialogo nazionale e le pertinenti risoluzioni internazionali, inclusa la risoluzione 2216.

Ha sottolineato che sostenere le riforme economiche e dei servizi del governo è il modo migliore per migliorare le opportunità di pace. Per alleviare le sofferenze e realizzare le aspirazioni del popolo yemenita di ripristinare le istituzioni statali, la sicurezza, la stabilità e lo sviluppo.

Al-Alimi è stato informato dall’ambasciatore, durante l’incontro, sui risultati dei suoi contatti locali e regionali sulla situazione yemenita e sugli sforzi coordinati con la comunità regionale e internazionale per rilanciare il processo politico.

Il capo del Consiglio direttivo presidenziale yemenita ha elogiato gli sforzi dell’ambasciatore e dell’inviato degli Stati Uniti. Ha elogiato anche gli sforzi dell’Arabia Saudita e delle Nazioni Unite per rinnovare l’armistizio e riprendere il processo politico.

Ha accusato l’escalation militare delle milizie Houthi di minacciare il crollo delle prospettive della pace desiderata.

Da parte sua, l’ambasciatore degli Stati Uniti ha elogiato la situazione della sicurezza ad Aden, zona che ha visitato di recente. Ha parlato dell’urgenza della risposta presidenziale e governativa per contenere le ripercussioni dell’attacco terroristico che ha ucciso il coordinatore del Programma alimentare mondiale nel Governatorato di Taiz, Moayed Hamidi. Ha infine parlato del successo dell’operazione di sicurezza che ha portato finora all’arresto degli autori dell’omicidio e di molti altri sospettati di coinvolgimento nelle violenze.

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