La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

Yemen: operatore umanitario morto per torture Houthi

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Si trovava nelle carceri dei ribelli yemeniti

Fonti delle organizzazioni per i diritti umani dello Yemen hanno denunciato la morte di un operatore umanitario rapito e torturato nelle carceri della milizia Houthi, sostenuta dall’Iran, nel Governatorato di Hodeidah.

Un membro del Comitato nazionale per le indagini sulle violazioni dei diritti umani in Yemen, Ishraq al-Maqtari, ha scritto sul Twitter che il gruppo Houthi ha informato martedì 12 luglio la famiglia dell’operatore rapito, Yasser Muhammad Junaid, 45 anni, della sua morte, e che il suo corpo si trova in un ospedale.

“Yasser Junaid stava lavorando nel settore degli aiuti umanitari nel distretto di Al-Khoukha e gli Houthi lo hanno arrestato nel febbraio 2017 e lo hanno trasferito a Zabid, poi la milizia ha negato la sua presenza”.

Ha anche aggiunto di aver sentito sua moglie piangere un anno fa chiedendo che suo marito fosse mostrato e che gli autori fossero ritenuti responsabili del rapimento. Oggi l’hanno chiamata da Sana’a per andare a prendere il corpo di suo marito, che si trova nella cella frigorifera dell’ospedale.

Ha sottolineato che uno di loro ha detto alla moglie che Al-Junaid è morto sotto tortura nel 2018, al centro Al-Khair di Zabid, che il gruppo ha trasformato in un centro di detenzione.

Il movimento degli operatori umanitari nelle aree controllate dalle milizie Houthi è diventato più difficile nelle ultime settimane a causa degli ostacoli burocratici posti di fronte agli operatori yemeniti che si recano all’estero per motivi professionali.

La milizia Houthi continua a tenere in carcere due dipendenti delle Nazioni Unite a Sana’a, sottolineando che non sono stati compiuti progressi negli sforzi per rilasciare gli altri cinque, rapiti cinque mesi fa nel Governatorato di Abyan, nello Yemen meridionale.

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