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Alan Kay

Yemen: UE, Houthi aprano le strade di Taiz

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L’Unione europea continuerà a collaborare con tutte le parti in Yemen con il pieno sostegno dell’inviato speciale delle Nazioni Unite Grundberg per una soluzione politica equa e globale del conflitto

La missione dell’Unione Europea, insieme alle missioni diplomatiche degli Stati membri dell’UE accreditate nello Yemen, ha ribadito l’importanza della tregua umanitaria, in un momento in cui la milizia Houthi cerca di contrastare l’accordo di armistizio rinnegando gli impegni in esso contenuti. In particolare ha chiesto di aprire le strade di Taiz e pagando gli stipendi dei dipendenti pubblici dai proventi del petrolio che fluiscono attraverso il porto di Hodeidah.

In una dichiarazione rilasciata lunedì 27 giugno, l’Unione europea ha affermato il suo sostegno permanente all’inviato speciale delle Nazioni Unite, Hans Grundberg, in questo momento critico per gli sforzi di pace in corso nello Yemen.

“Sottolineiamo in particolare l’importanza dell’armistizio, che continua a fornire benefici tangibili agli yemeniti e ad alleviare le loro sofferenze”.

Ha inoltre invitato le parti, in particolare gli Houthi, a continuare a impegnarsi in modo costruttivo con l’inviato speciale delle Nazioni Unite Grundberg e le sue proposte sulla riapertura delle strade, in particolare intorno a Taiz.

“L’Unione europea continuerà a lavorare con tutte le parti in Yemen con il pieno sostegno dell’inviato speciale delle Nazioni Unite Grundberg per una soluzione politica giusta e globale del conflitto”.

Il governo yemenita aveva invitato le Nazioni Unite e la comunità internazionale a costringere la milizia Houthi ei suoi sostenitori ad attuare le disposizioni dell’armistizio delle Nazioni Unite senza indugio, o a condannarle esplicitamente.

Ciò è avvenuto durante una riunione del Consiglio dei ministri yemenita, domenica, nella capitale temporanea, Aden.

Il governo ha ritenuto che il rifiuto degli Houthi della proposta delle Nazioni Unite, dopo settimane di negoziati, si colloca nel contesto di quella che ha definito la “politica per guadagnare tempo”, perseguita dalla milizia e la sua continua mobilitazione sui fronti di battaglia per sfruttare l’armistizio.

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