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Gianni Rodari

Cresce la tutela della proprietà intellettuale

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“La contraffazione è un fenomeno che causa ingenti perdite a settori strategici dell’economia europea ed italiana in particolare, parliamo di svariate migliaia di euro, come risulta dagli studi effettuati dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO)  in collaborazione con partner istituzionali come l’Ocse, studi che saranno oggetto del Rapporto di sintesi dello stesso Ufficio europeo, di uscita imminente”. Lo ha dichiarato Massimo Antonelli, Customs Expert EUIPO, durante i lavori dell’Invention, Disclosure, Evolution, Ability – IDEA Forum organizzato da FASI (Funding Aid Strategies Investments), tenutosi il 5 giugno alla Camera di Commercio di Roma, nel corso del quale  esperti, politici, funzionari, imprenditori e giornalisti si sono confrontati  sul tema  del valore della Proprietà intellettuale nell’Era dell’informazione. Loredana Rotondi, dell’area Innovazione e competitività di Invitalia, ha invece ricordato come: “Secondo l’Ocse e l’Ufficio per la proprietà dell’Unione europea, l’Italia è il secondo Paese al mondo più colpito dalla contraffazione, superata solo dagli Stati Uniti”.

Nel corso dei lavori è emerso poi come tra il 2015 e il 2016 la tutela della proprietà intellettuale  sia cresciuta in tutto il mondo, e lo dimostra l’aumento delle richieste di brevetto (+8,3%), dei modelli di utilità (+28,9%), dei marchi (+13,5%) e dei disegni industriali (+8,3%).

Per ciò che concerne il comparto industriale Nicoletta Amodio, dirigente ricerca e innovazione di Confindustria, ha rilevato come: “Questo tema della protezione intellettuale si sta trasformando, parliamo sempre meno di brevetti e più di competenze industriali. Quando il dato industriale è digitalizzato diventa il patrimonio da tutelare, sia tecnicamente che con una logica di accordi internazionali. La strategia c’è e si attuerà entro il 2020 – ha aggiunto – tutto ciò che è tutela brevettuale e delle competenze specializzate significa lavoro per i giovani, è assolutamente necessario un maggiore lavoro, a livello di comunicazione su questi temi”.

Giulia Ponticelli, dirigente della divisione Affari giuridici e normativi – Ufficio italiano brevetti e marchi del MISE ha aggiunto: “I diritti di proprietà industriale, che giocano un ruolo fondamentale nelle strategie di business della imprese, rappresentano un asset intangibile per le aziende, ovvero un valore di mercato dell’impresa stessa. Negli anni ’70 il rapporto tra gli asset tangibili e quelli intangibili era di 80 a 20, oggi i numeri si sono invertiti- spiega- ed è più che mai importante riportare un corretto regime di concorrenza e competitività sul mercato al fine di incrementare la qualità del prodotto. L’investimento sull’innovazione tecnologica – prosegue – contribuisce non solo alla crescita del PIL ma anche a un maggior numero di posti di lavoro (44% rispetto alla media europea del 42%) e con stipendi più alti”.

 

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