La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

Due teste calde e un mandarino e …una montagna di dollari

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Donald Trump e Kim Jong-Un. Due teste calde che amano soffiare e mostrare pericolosamente i muscoli. Dice Kim: “Spazzeremo via gli Stati Uniti”. Risponde Trump: “Siamo pronti a colpire”. In mezzo il mandarino cinese Xi Jiping, paciere interessato tra i due pericolosi guerrafondai, che ha telefonoato al presidente americano consigliandogli di “evitare retorica o azione tali da peggiorare le tensioni sulla penisola coreana”. Una mossa con la quale Pechino ha avocato a sè l’intera gestione della crisi, sottolineando quanto sia debole e di facciata la posizione di Washington, che nell’area ha inviato portaerei e convogli, promettendo “fuoco e furia”. La Cina ha un rapporto esclusivo e privilegiato, sia commerciale che politico con Pyongyang ed è interessata a mantenere lo status quo nella regione. E’ improbabile, dunque, che possa appoggiare Washington contro Kim. Giocherà la sua partita forte anche dell’enorme debito che gli americani hanno con Pechino: la Cina vanta nei confronti degli Stati Uniti un credito da 6.281 miliardi, una montagna di dollari che ha un peso enorme.

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