La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

In Brasile beccato un giudice furbetto

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‘Chi custodirà i custodi?’ si chiedevano nell’antichità Terenzio, Cicerone e Giovenale. Sembra una massima fatta su misura per la vicenda che vi racconteremo, avvenuta in Brasile.
Il giudice Flavio Roberto de Souza aveva fatto sequestrare una Porsche Cayenne al 58enne Eike Batista, ovvero colui che, da una posizione di plutarca carioca, si è trovato all’improvviso impoverito (naturalmente anche il concetto d’impoverimento è relativo…). Il sequestro dei beni di Batista – fra cui ‘anche’ l’auto di lusso, ma pure numerose proprietà immobiliari, opere d’arte, uno yacht – era stato decretato un paio d’anni fa dal giudice per la bancarotta di una delle società petrolifere di proprietà del ‘Paperone brasiliano’ che aveva dissipato in un biennio un invidiabile patrimonio, calcolato pari a 30 miliardi di dollari.

La ‘piccola’ vendetta

bancheFino a pochi anni fa, infatti, il pluriarcimiliardario era nelle classifiche di Forbes come l’uomo più ricco del Brasile, nonché al 70.mo posto nella classifica mondiale.Ma, come insegnano i Carmina Burana di Orff , la Fortuna è effimera e, dunque, Batista si è trovato precipitosamente ‘al verde’. Una piccola vendetta, però, se l’è concessa contro il giudice che lo aveva privato dei suoi beni: è venuto in possesso e diffuso su importanti media un video ottenuto tramite il suo avvocato, Sergio Bermudes. In esso, girato dopo un pedinamento di de Souza da parte di abili investigatori privati, si mostra il giudice alla guida della Porsche Cayenne sequestrata all’ex miliardario. Lapidario l’avvocato Bermudes: “È un fatto di una gravità inaudita – ha detto – Un bene confiscato deve essere custodito dalla giustizia federale, non nel garage del giudice responsabile della decisione”.

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