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Rainer Maria Rilke

Parere dell’avvocatura Ue sul trattato con il Marocco per la pesca. Non è vincolante

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L’avvocato generale della Corte di giustizia dell’Unione europea ha espresso un parere “ostile ma non vincolante” sull’accordo sulla pesca tra Marocco e Ue. E’ quanto si apprende da fonti di Rabat, contattate da “Futuro Quotidiano”, irritate per la dichiarazione di non validità del trattato arrivata da Melchior Wathelet nelle sue conclusioni relative al caso sollevato da una organizzazione indipendente di volontariato.  Si tratta, sottolineano le fonti, di  “un non-evento dal punto di vista giuridico, che mette a nudo l’immagine di un’unione politica che ha bisogno di unificare la sua voce e le sue decisioni”.

Si ricorda inoltre come “a settembre 2016, conclusioni ugualmente politicamente contaminate sull’Accordo agricolo tra Marocco e Ue, siano state poi sconfessate dai giudici della Corte nel loro verdetto finale, che si è concluso nella dichiarazione di legalità degli accordi tra Marocco e Ue e l’inammissibilità del “Polisario” .

Per questo “qualsiasi osservatore casuale non può che respingere queste conclusioni, attraverso le quali l’avvocato generale della Corte di giustizia ha assunto il diritto di prendere posizione su questioni altamente politiche mostandosi  allineato ad una tesi incompatibile con il diritto internazionale, alimentata dalla le azioni dei separatisti del Polisario e del suo mentore algerino”.

“È importante sottolineare  – rimarcano le fonti – la natura delle relazioni tra il Marocco e l’Ue che hanno sempre dimostrato la loro forza, ricchezza e resilienza. Lo stesso accordo sulla pesca è uno dei molti elementi di una partnership diversificata tra le due parti. Ed è proprio l’Unione europea che ha sempre chiesto e insistito per il suo rinnovo. Solo pochi giorni fa, la Commissione europea ha ufficialmente chiesto di rinnovare l’accordo di pesca, che è previsto per quest’anno. Allo stesso modo, la Commissione europea ha confermato pubblicamente, in un recente rapporto ufficiale, basato su studi sul campo, che l’accordo di pesca produce notevoli benefici socioeconomici per le popolazioni e, in quanto tale, contribuisce a sviluppo”.

La Corte deve ora “deve dare il suo parere anche se nel frattempo, il parere dell’avvocatura della Corte non è altro che un’opinione. Resta da vedere cosa faranno i giudici”. Questo annuncio è stato accolto con stupore perché questo avvocato “ha fatto le sue conclusioni che, per la loro estrema radicalità, sono fondamentalmente incompatibili con la profondità delle peculiarità della questione e le sottigliezze legali e politiche”.

Questo è secondo gli analisti, “un risultato che sorprende per i pregiudizi, perché a malapena nascondono la loro natura altamente politica e rivelano una profonda ignoranza dei fatti e di una flagrante violazione del diritto internazionale”.  “Qualsiasi osservatore casuale non può che respingere queste conclusioni, attraverso le quali l’avvocato generale della Corte di giustizia ha assunto il diritto di prendere posizione su questioni altamente politiche ed essere allineati ad una tesi incompatibili con il diritto internazionale, alimentata dalla le azioni dei separatisti”.

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