Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

Belli, alti, occhi azzurri…

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I Frisoni o Frisi erano un gruppo etnico germanico nativo dei Paesi Bassi e della Germania. Vivevano nel nord ovest della Bassa Sassonia e più precisamente nella striscia costiera tedesca fino al confine con la Danimarca. Dei Frisi  si ha notizia dagli scritti di Tacito, che li descrive come un popolo guerriero. Belli, alti, biondi, occhi azzurri hanno partecipato in modo attivo alla storia di Roma fin dai tempi dell’imperatore Augusto.

Nel 12 a.c. Druso Dione durante una campagna militare romana contro le tribù germaniche, penetrò all’interno del territorio germanico devastandone le terre, le legioni nemiche e si alleò con i Frisi. Cassio Dione conferma l’alleanza con i Frisi in questi versi: “ Druso si trovò in pericolo quando le sue imbarcazioni si incagliarono a causa di un reflusso della marea dell’oceano. In questa circostanza venne salvato dai Frisi che avevano seguito la spedizione con un esercito terrestre e dopo di ciò si ritirò, dal momento che ormai l’inverno era cominciato” (Cassio Dione, LIV, 32.2-3). Storicamente la regione occupata dai Frisoni è conosciuta come Frisia. Durante l’impero Romano i Frisi decisero spontaneamente di essere annessi all’Impero, successivamente dopo la morte di Carlo Magno nel XIII secolo furono annessi all’Olanda. Nel 1524 la Frisia entrò a far parte delle diciannove province annesse alla corona spagnola. Infine la Frisia è stata assoggettata al mondo Germanico ma i frisoni si sentono Olandesi. La lingua frisone è ancora parlata da quasi 500mila persone.

Il 12 giugno presso il Reale Istituto Neerlandese di Roma, della storia dei Frisoni e degli antichi legami che legano Roma a questo popolo, ha parlato Giampiero Mele presentando il suo libro “I Frisoni e Roma. Un popolo da conoscere” Intermedia Edizioni.  Mele, industriale nel settore delle telecomunicazioni, Cavaliere del Lavoro, Presidente dell’Associazione Italia-Lettonia, è autore di altri saggi tra i quali “Trastevere addio”, “Fili d’ambra”, “Il Rinascimento del Baltico”, “Calabria Guerriera e Ribelle”. Quest’ultimo libro pubblicato nel 2017 ha ricevuto un encomio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dalla Regina Paola Ruffo di Calabria ed è vincitore di tre premi letterari.

Un interesse personale familiare lo ha portato  ad approfondire gli studi su questo gruppo etnico quasi sconosciuto ai più. I Frisoni come si può leggere nel libro, hanno lasciato forti testimonianze attraverso i secoli: dalle vittorie dell’Impero Romano in alleanza con i Frisi (descritte da Tacito), a Carlo Magno, che incoronato a Roma promulgò la “Lex Frisonum” (802 d.c.), dalla difesa al Papa Leone IV durante l’invasione dei Saraceni nell’846 alla costruzione delle Mura Leonine da parte dei Frisoni (oggi Mura Vaticane e confine dello Stato con Roma), fino alla visita del Re dei Paesi Bassi in Vaticano al quale Papa Francesco ha donato il “Bastone di comandamento” appartenuto al Padre della Patria dei Paesi Bassi, Guglielmo d’Orange.

Con questa meticolosa ricerca storica  Mele ha portato alla luce tanti particolari ed è riuscito a dimostrare che i Frisi sono stati un popolo molto presente nella storia di Roma. Nella ricostruzione geopolitica a cavallo dei vari periodi storici ha anche sovrapposto le carte geografiche delle epoche descritte e ha mostrato che l’Unione Europea è un fatto storico naturale, prima Impero Romano, poi Sacro Romano Impero, oggi Unione Europea.

A Giampiero Mele il merito di averci condotto in un percorso storico a ritroso fino ai nostri giorni facendoci conoscere i fatti salienti che hanno accomunato i Frisi a Roma.

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